Scritto da: Andrea Ferrari
Il compito di educare-allenando nel basket, richiede una maturità
tale che non si può acquisire leggendo un libro o assistendo ad un
allenamento.
L’allenatore psicologicamente maturo è quello che è capace di rispettare i
propri giocatori, di farsi rispettare, di instaurare con loro un rapporto
corretto e di “vivere” in perfetta sintonia con l’ambiente in cui lavora.
L’allenatore deve trasmettere ai propri giocatori la voglia di migliorare, di
applicarsi, di lavorare duro, inoltre deve agire in funzione del materiale umano
di cui dispone, degli allenamenti e degli orari a disposizione per allenare.
Un buon allenatore per gestire bene i propri giocatori a livello
giovanile, deve:
- possedere capacità, conoscenze e competenze;
- conoscere le problematiche dell’età evolutiva;
- possedere buon senso, autocontrollo, spirito di cooperazione;
- controllare i gesti e il linguaggio durante gli allenamenti e le
partite;
- conoscere bene la pallacanestro e il regolamento tecnico;
- programmare il proprio lavoro, organizzare gli allenamenti;
- non pretendere dai propri giocatori una prestazione prima del tempo, in
quanto vi sono ritmi e tempi di apprendimento dai quali non si può
prescindere;
- collaborare con l’assistente;
- avere il desiderio di imparare continuamente e di aggiornarsi;
- avere passione e fiducia in se stesso;
- affascinare i propri giocatori e inculcare loro l’amore per il basket;
- dire “facciamo” e non “fate”;
- dimostrare correttamente, correggere bene e al momento giusto;
- scegliere il metodo adatto di insegnamento e di allenamento e dosarlo in
rapporto all’età dei giocatori e ai traguardi che si vogliono raggiungere
insieme.
La palestra non deve essere solo il luogo dove ci si allena, ma uno spazio
nel quale ognuno è sollecitato a mettere in atto le proprie capacità, dove si
socializza, si lavora e ci si diverte.
L’allenatore competente deve essere:
- preparato, simpatico, leale, imparziale, adattabile, intelligente,
coerente;
- equilibrato, paziente, sincero, colto, democratico, un modello per i propri
giocatori;
- tenace, pronto, ottimista, autorevole (non autoritario), giustamente
ambizioso, motivato;
- umile e pronto a ricevere critiche e complimenti;
- in grado di “gestire” bene i feed-back e di costruire “un buon
spogliatoio”;
- puntuale e deve pretendere dai propri atleti la puntualità come una forma di
educazione comportamentale.
“Se un allenatore dà veramente il massimo, avrà successo ugualmente e non
conterà se ha vinto o ha perso” (J. Wooden)
L’allenatore di pallacanestro a livello giovanile deve essere un “Educatore”,
dentro e fuori dal campo, deve stimare i propri giocatori e farsi stimare, deve
essere un esempio costante.
Non deve essere un semplice addestratore, ma colui che stimola non
comandando.
Un allenatore non avrà piena coscienza di tutto quanto enunciato
precedentemente, se non attraverso l’esperienza.
DECALOGO DI COMPORTAMENTO PER L’ALLENATORE
1) Avere fantasia nel programmare gli allenamenti
2) Entrare in palestra sereno
3) Utilizzare un linguaggio comprensibile
4) Trasmettere entusiasmo e sorridere ogni tanto
5) Gratificare appena possibile
6) Non punire sempre
7) Cercare di eliminare i tempi morti durante l’allenamento
8) Motivare continuamente
9) Presentare esercizi con problemi da risolvere e non soluzioni da
ricordare
10) Osservare i giocatori all’inizio, durante e dopo l’allenamento e parlare
con loro più spesso e ascoltarli.
Prof. Maurizio Mondoni
Fonte:
dailybasket