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lunedì 31 agosto 2015

La nuova avventura di Angela Dettori


Non ha bisogno di presentazioni perchè è molto conosciuta e altrettanto stimata nell'ambiente cestistico sardo. Di comune accordo con Fabio Sacchi (addetto stampa) a pochi giorni dal suo arrivo a Broni, abbiamo voluto porle le cinque fatidiche domande della rubrica "A tu per tu con i protagonisti" per parlare di questa sua nuova esperienza.


Non si può dire che in Sardegna tra CUS, Virtus e San Salvatore non avresti avuto opportunità di giocare in un campionato nazionale. Come mai la scelta di approdare a Broni?
Avevo desiderio di un'esperienza fuori casa che mi facesse crescere su ogni tipo punto di vista.


Pensi che questa esperienza possa darti maggiore visibilità a livello nazionale, rispetto a giocare in Sardegna? 
Credo che per quanto riguarda la visibilità sia la stessa, ma sicuramente spero di giocare un campionato migliore rispetto agli anni passati.


Oltre al Broni c’è stato interessamento da parte di altre società?   
Ho avuto qualche altra proposta, ma Broni mi è sembrata la società giusta per via delle sue ambizioni.


I Viking ti hanno accolto a braccia aperte, che effetto ti ha fatto?
Non potevo desiderare accoglienza migliore, non vedo l'ora di vederli all'opera.


Dopo i primi allenamenti e i primi test, che impressioni hai avuto?
Tutte le impressioni sono assolutamente positive, è stata una settimana intensa ma si ha tanta voglia di lavorare.


Ringraziamo Angela per la sua disponibilità e le facciamo i nostri migliori auguri per questa sua nuova avventura.

P.S. Grazie a Fabio Sacchi (Addetto Stampa) e Marco Picozzi (Fotografo ufficiale)

giovedì 30 luglio 2015

Stefano Muscas, dal parquet al web


Cresciuto a pane e basket all'ombra dei fratelli Beppe e Sandro, Stefano Muscas, già all'età di 6 anni, mentre i suoi coetanei giocando a pallone in strada emulavano le gesta di "rombo di tuono", frequentava il palazzetto, allora casa dei giganti del Brill, quelli che per circa un decennio hanno portato il grande basket a Cagliari, facendo tremare le corazzate "continentali".
Inizia la sua carriera in fiera nelle fila dello Sforza, poi diventato Russo nel settore maschile, nel quale operava un pool di istruttori di ottimo livello, tra i quali Franca Spinetti, Professor Aramu e un giovanissimo Bruno Perra. Gioca il suo ultimo campionato giovanile nel 1985 all'Interbasket per poi intraprendere il percorso di allenatore.
Inizia come istruttore giovanile alla Virtus e alla Russo come assistente di Roberto Usai. Successivamente, assistente di Robertino all'Aquila e del fratello Beppe alla Virtus nel 90.
Da allenatore inizia come head coach nel settore femminile della Ferrini e, poi, allo Sforza. Gli anni successivi nelle giovanili della Virtus e poi tre anni in serie B femminile con la Ferrini. In campo maschile, allena Genneruxi in C2 e alcune stagioni alla Superga, per poi tornare nel 2005 in serie B femminile all'Antonianum. Nel 2007/2008, guida la Virtus U17 e U19 nel cui roster militava Beatrice Carta e vince il campionato in tutte e due le categorie. Nello stesso anno prende la qualifica di procuratore.
Dal 2011 al 2014 si siede sulla panchina del Basket Poetto che, nella stagione appena trascorsa, lascia all'evergreen Michele Palenzona.
Al momento, ha abbandonato il basket giocato per passare a quello scritto e raccontato sul web dove dal mese scorso, ha fatto il suo esordio con la rivista Cagliaribasket.


Dopo oltre quarant'anni trascorsi nei campi di basket, cosa ti ha spinto ad iniziare questa avventura con Cagliaribasket?

L'idea ce l' avevo da diverso tempo, infatti il dominio lo avevo bloccato molti mesi fa. La realizzazione è perennemente in "progress" poiché alcune idee me le danno direttamente amici e conoscenti e mi piace pensare di poterle realizzare all'interno del sito. Per esempio, da settembre il blog ospiterà interventi di addetti ai lavori sulla pallacanestro cagliaritana. Mentre i ritratti dei personaggi li dipingeremo insieme ai personaggi stessi.


Su Cagliaribasket hai iniziato a raccontare episodi del passato. Quali sono a parer tuo le differenze con il basket odierno?

Io ho vissuto il basket, principalmente dagli anni ottanta in poi, il decennio precedente lo posso solo descrivere con l'entusiasmo trasmesso dalla generazione precedente alla mia. a me sembra che il basket odierno nella nostra città, abbia solo bisogno di una squadra che faccia" innamorare" una città. 


Il nostro basket sta vivendo un momento di grosse difficoltà, soprattutto al livello finanziario. Pensi che la crisi sia la vera causa di questo declino o sia da imputare ad altro?

L'indisponibilità economica da parte delle grosse aziende è sicuramente il motivo centrale per ciò che riguarda la mancanza di alti livelli. Ma i settori giovanili normalmente si autofinanziano. A sentire alcuni istruttori e dirigenti i vivai soffrono solo della penuria di talenti naturali e non di quella di iscritti. 


Nel tuo pezzo di apertura "nessun dorma" scrivi:"Pochi talenti ma anche poca voglia o capacità di crearne o affinarne di nuovi lavorando sui fondamentali individuali". Può questo essere una delle cause della crisi del nostro Basket?

Mi aggancio alla risposta precedente con una semplice domanda. Fino a quando lavoriamo sui fondamentali individuali? 


Infine, pensi che il momento magico della Dinamo possa essere trainante per far ripartire il movimento?

A sentire alcuni coach sassaresi i successi della Dinamo, hanno creato più problemi al movimento sassarese anche a causa della"fuga" di tanti piccoli sponsor verso piazzale Segni dove la visibilità è maggiore. L'interesse cagliaritano per la Dinamo è tutto da verificare tra dieci mesi quando torneranno i playoff. Durante la stagione regolare la Dinamo non era molto seguita, soprattutto dopo qualche sconfitta. E' come interessarsi al canottaggio o al tiro con l'arco e anche al curling ogni quattro anni, per le olimpiadi, ma solo se la disciplina è vincente

di N.C. Basket Sardegna

mercoledì 29 aprile 2015

Nicola Elia, un cestista DOC


Mai il proverbio "non tutti i mali vengono per nuocere" è stato più azzeccato. Ebbene si, in un campionato privo di stimoli per l'assenza dei playoff, siamo riusciti comunque a trovare spunti interessanti. Ne abbiamo approfittato per osservare il campionato sotto un altro occhio, notando che mai come quest'anno, per ovvi motivi, sia aumentata la presenza degli under. Ragazzi in prospettiva, affiancati da giocatori esperti. E' da qui che volevamo partire. In ogni squadra, in linea di massima, ci sono uno o più veterani che servono al coach per dare più spessore al roster, però nell'ottica della crescita dei giovani, questi elementi dovrebbero avere il ruolo di chioccia per i più piccoli. Purtroppo questo non è da tutti.
Non abbiamo ritenuto opportuno stilare una classifica di chi meglio ha recitato questo ruolo ma, abbiamo deciso di assegnare un attestato virtuale a chi, a nostro modesto parere, è stato il "miglior giocatore del campionato",  Nicola Elia. Un riconoscimento che va aldilà del rendimento in campo, non trascurabile nel suo caso, ma soprattutto per l'atteggiamento mostrato. Un esempio da imitare per i nostri giovani. Un mix di umiltà, correttezza, lealtà e generosità, rispettoso dell'avversario e dei direttori di gara. Sempre a disposizione della squadra, sempre pronto ad aiutare i più giovani, dispensando consigli. Allenatore in campo, cervello e cuore della squadra. Il giocatore che tutti i coach vorrebbero avere in squadra.

Prima di procedere alle domande della rubrica "A tu per tu con i protagonisti", pubblichiamo il suo lungo curriculum nei campionati nazionali.

1993/1994 Basket Quartu (C1)
1994/1995 Basket Quartu (C1)
1995/1996 Esperia Cagliari (B1)
1996/1997 Oristano (C1)
1997/1998 Esperia Cagliari (B2)
1998/1999 Olbia (B2)
1999/2000 Brindisi (B1) - da Gennaio 2000 Giulianova (B2)
2000/2001 Bergamo (B2)
2001/2002 San Severo (B2)
2002/2003 La Maddalena (C1)
2003/2004 Gualdo Tadino (C1)
2004/2005 Arezzo (C1)
2005/2006 Arezzo (B2)
2006/2007 Arezzo (B2)
2007/2008 Arezzo (B2)
2008/2009 Torre de’ Passeri (C1)
2009/2010 Torre de’ Passeri (B2)
2010/2011 Roseto degli Abruzzi (C1)
2011/2012 Roseto degli Abruzzi (B2)
2012/2013 Giulianova (C1)
2013/2014 Accademia Pirates (DNC)
2014/2015 Accademia Pirates (DNC)

Nella tua carriera hai girato in lungo e in largo la penisola. Qual è la città che, sia dal punto di vista affettivo che cestistico, ricordi con  maggior affetto?
Ho girato tanto e mi sono trovato benissimo ovunque a livello affettivo, direi Torre dei Passeri, Gualdo Tadino e Arezzo a pari merito, troppi affetti per sceglierne solo una.
Cestisticamente Roseto degli Abruzzi, una piazza importante, esigente non adatta ai mercenari o a chi non sopporta la pressione, sei sempre in discussione, ma quello che ti da in cambio e' unico e indimenticabile tifoseria da A1.

All'Accademia sei il giocatore con maggiore esperienza e, come tale, oltre al ruolo di giocatore, hai il compito di aiutare i più giovani a crescere. Come ti senti in questo ruolo?
Sapevo quale era il mio ruolo quando sono arrivato e mi piaceva. Spero di averlo fatto al meglio, sicuramente aiutato da tante persone ma, uno su tutti, Marco Sassaro, allenatore sottovalutato e grande persona.
Sono estremamente competitivo ma il mio interesse non era impormi come giocatore bensì aiutare a crescere i giovani e lasciare loro qualcosa che, purtroppo, non hanno tante possibilità di confrontarsi, fare esperienza e apprendere in giro per l'Italia come l'ho avuta io.

Anche tu nella tua carriera avrai avuto dei maestri, chi è stato il tuo mentore?
Sono tante le persone che dovrei ringraziare per avermi aiutato e  instradato, su tutti ti cito solo quelli sardi che mi hanno aiutato a varcare il tirreno, maestri di basket e di vita, Mauro Tibosini, Sandro Muscas, Bruno Perra, Pietro Carlini e Gianni Loi.

Oltre alle doti tecniche, quali altre doti bisogna avere per essere un buon giocatore?
Il talento e' fondamentale ma non basta.
Il saper stare in un gruppo e' altrettanto importante perché si tratta di uno sport di squadra fatto di individui completamente diversi tra loro. Sacrificio, orgoglio, cuore, ostinazione, personalità e competitività, sono qualità che non si allenano ma non possono mancare se vuoi provare a importi, Gigi Datome insegna.

In campo giovanile che differenze vedi tra il basket dei tuoi tempi e quello odierno?
Forse già nei miei anni di giovanili iniziava il declino e il calo della qualità dei giocatori e adesso ne paghiamo le conseguenze con un vuoto generazionale di quasi 20 anni, ma quello che non vedo in tanti giovani di oggi e' la voglia di fare sacrifici, superare le difficoltà , i ragazzi hanno poca "fame"
Tutti vogliono arrivare in NBA ma nessuno ha voglia di fare 2 allenamenti al giorno, di vivere per il basket sacrificando tutto il resto (uscite, viaggi con gli amici etc....)
L'unica scusante che posso dare loro è che il panorama cestistico italiano, in particolare quello sardo, non gli permette di sognare e di mettersi alla prova in un palcoscenico più importante di quello attuale. Qualche ragazzo interessante c'e', pero' ne vedo pochissimi, pronti solo a provare il salto ......spero di sbagliarmi

Cestisticamente parlando, cosa c'è nel futuro di Nicola Elia?
Il mio futuro cestistico e' incerto, amo questo sport, vorrei continuare a giocare e ad allenare i miei fantastici bimbi dell'Accademia, mi piacerebbe farlo al massimo delle mie possibilità e con il massimo impegno ma le priorità adesso sono il lavoro e la famiglia. Se rimanesse tempo da questi due impegni, valuterò cosa fare.

A chiusura di questa intervista se vuoi puoi ringraziare qualcuno o dire a chi va il tuo pensiero.
Sicuramente ai compagni di squadra a cui sono molto legato e a cui ho cercato di rubare qualcosa a livello tecnico e caratteriale. Mi hanno aiutato a migliorare come uomo e come giocatore, ne cito solo una ventina ma sarebbero un centinaio come minimo.
Pedrazzini, Galetta, Puggioni, Dessi, Marconato,  Rossi, Schiffini, Glushov, Gallerini, Radaelli, Fucek, La Torre, Gnaccarini, Caruso, Graberi, Giarletti, Di Gennaro, Musso, Tavelli, Peretti e Garofoli.

Ringraziamo Nicola Elia per la sua disponibilità, gli facciamo ancora i complimenti per l'ottimo campionato disputato, augurandogli in un prossimo futuro, una brillante carriera da coach, perchè è di persone come lui che il nostro basket ha bisogno.

N.C. Basket Sardegna




venerdì 2 gennaio 2015

Andrea Spampinato, un giovane veterano


Per la rubrica "A tu per tu con i protagonisti" apriamo il 2015 con un' intervista ad Andrea Spampinato, leader della classifica marcatori della C Maschile ed elemento di spicco assieme al suo compagno di squadra Nicola Elia, dell'Accademia Pirates Sestu.

Prima di passare alle cinque fatidiche domande, facciamo un riepilogo della sua, seppur ancora molto giovane, già lunga carriera.

Inizia nelle giovanili dell'Esperia Cagliari all'età di 6/7 anni, dove segue tutta la trafila dal minibasket (passando attraverso la mano esperta di prof. Molinas) sino ai campionati under. Con la maglia granata, partecipa a Sanremo al Jamboree Nazionale con la rappresentativa sarda.
Due anni dopo è la volta del Trofeo delle Regioni a Cervia, dove il suo nome viene annotato nel taccuino dello staff della nazionale giovanile e, successivamente, prende parte al suo primo concentramento del Centro-Sud Italia.
Nel 2006 l'allora DS Michele Boero, in un progetto di crescita, si accorda con la società "Il Gabbiano Quartu" per dare la possibilità ai ragazzi di partecipare ad un campionato senior. Il risultato è eccellente, vittoria sia nel campionato U 19, sia nella serie D e, poi, partecipazione all'interzona, disputata nel centro sportivo della Stella Azzurra Roma, società che, nella stagione successiva, gli offre un occasione di crescita personale, da cui ottiene la convocazione per partecipare al torneo pre-europeo con la nazionale Italiana giovanile a Sakarya (Turchia). Con la Stella Azzurra vince: il titolo di campioni regionali U17, l'interzona e l'accesso alle finali nazionali U17 a Barletta. 
Dopo l'esperienza romana, una chiamata da parte di un procuratore gli permette di entrare nell'orbita Dinamo Sassari, che ne riscatta il cartellino dall'Esperia Cagliari. Arrivato a Sassari giovanissimo e subito inserito appieno nel progetto Dinamo Banco di Sardegna, riesce, in tre anni di lavoro con le giovanili (vittoria U17 e U19 entrambe con interzona ), a mettere in curriculum anche tanti allenamenti e qualche convocazione in prima squadra in LEGADUE. 
Nell'ultimo anno di permanenza a Sassari, il presidente della Robur et Fides Stefano Sardara, si accorda con l'allora General Manager della Dinamo, Pinuccio Mele, per il passaggio nella squadra militante nel campionato di B nazionale. La stagione seguente inizia la preparazione a Campobasso ma, a causa di divergenze personali con l'ambiente circostante, torna in Sardegna per giocare con l'Olimpia Cagliari in serie C nazionale. 
A fine campionato opta per tornare nella penisola e si allena per due mesi con la Virtus Roma, successivamente inizia una nuova esperienza con la pallacanestro Marino in DNC, dove trova immediatamente un ottimo equilibrio con la squadra. In quella stagione disputa la coppa Italia uscendo al primo turno, ma vincendo il campionato, ottiene la promozione in DNB. Ironia della sorte, la società a causa di scarse risorse finanziarie, decide inaspettatamente e tardivamente di rinunciare al titolo e, a causa di ciò, le possibilità di rimanere fuori dalla Sardegna si riducono notevolmente.
Tornato a Cagliari, si accorda con l'Accademia Basket Sestu con cui raggiunge i quarti di finale nei PlayOff che, a causa di un infortunio subìto in gara uno in casa del Sant'Orsola, non disputerà. Nella attuale stagione, dopo aver rinunciato alla possibilità di tornare nella penisola, ha rinnovato il contratto con l'Accademia. Il suo sogno rimane quello di poter tornare un giorno a Sassari, con un bagaglio professionale personale, differente da quello della sua prima esperienza in biancoblu.


Un bel curriculum, che dire!  Nelle ultime due stagioni la sorte non ti ha assistito, prima la mancata iscrizione in DNB del Marino, al resto ci ha pensato la lega. Per la prossima stagione che progetti hai?
Indubbiamente, veder svanire l’occasione di poter giocare in un campionato appena conquistato per via delle mancate risorse economiche è stato molto triste, ma si va avanti. Per la prossima stagione sarò legato ancora all’Accademia in onore degli accordi presi durante quest’estate.

In carriera hai avuto modo di giocare in diverse squadre, quale fra tutte queste esperienze ricordi con maggior piacere?
Allora, l’esperienza che ricordo con maggior piacere è Marino che, oltre, ad avermi accolto subito con grande entusiasmo mi ha anche “regalato” l’emozione di vincere un campionato e di conseguenza, poter non scordare mai quello che ho vissuto nella realtà  della Pallacanestro Marino.

L'Olimpia Cagliari sta lottando nei bassi fondi della classifica. Se arrivasse una chiamata da Beppe Caboni?
Mi piace seguire la nostra pallacanestro e sono a conoscenza dell’andamento dell’Olimpia, una chiamata da parte di Beppe mi farebbe senza dubbio un piacere enorme vista la stima che nutro, prima come uomo, che come allenatore poiché non ho avuto occasione di averlo. Penso comunque, che i miei progetti siano lontani e diversi rispetto a quelli dell’Olimpia Cagliari.

Dopo la rocambolesca sconfitta con l'Antonianum è poi arrivata quella con Genneruxi. Ora alla ripresa del campionato incontrerete il Tavoni, pensi che questa gara potrebbe rilanciare le vostre quotazioni?
La sconfitta con l’Antonianum è stata meritata non abbiamo mai reagito, mai messo in discussione il loro modo di giocare. Il finale è stato frutto del nostro carattere ma non sempre il carattere basta. Genneruxi sapevamo fosse difficile in trasferta. Ora Tavoni, sarebbe sciocco pensare di andare in campo a perdere una partita, bene,  penso valga lo stesso per le vittorie, non si può mai sapere chi vince o chi perde, ma se tutti lottano per lo stesso obiettivo è sicuramente più semplice ottenere un risultato positivo o, almeno avere la sicurezza di aver dato tutto quello che si poteva. Se lottando dovessimo arrivare alla vittoria con Tavoni, potremo dire di aver aggiunto un altra piccola soddisfazione alla stagione che fino ad oggi abbiamo fatto.

Qual'è il tuo sogno nel cassetto da cestista?
Il mio sogno è di poter giocare a pallacanestro fin quando reggerò, sperando un giorno di avere la possibilità di diventare professionista abbastanza per tenere il campo in qualche categoria superiore.

Ringraziamo Andrea Spampinato per la disponibilità e gli auguriamo una lunga carriera piena di soddisfazioni!!!

lunedì 15 dicembre 2014

Uno speratino DOC


"A tu per tu con i protagonisti" cinque domande a Nicola Lussu, biancoverde inside

Lussu inizia la sua carriera, dapprima come Istruttore Minibasket e poi come allenatore. In questa stagione arriva al suo 14° anno in panchina. Vanta al suo attivo oltre 500 panchine nei campionati giovanili e senior con 317 vittorie e 191 sconfitte. Nella sua carriera, da sottolineare la conquista di numerose finali provinciali con le giovanili del San Sperate e una finale regionale nel campionato Esordienti nella stagione 2004 - 2005 con la Scuola Basket Cagliari, unica esperienza fuori dalle mura amiche. Negli ultimi 3 anni ha seguito la prima squadra del Basket Club, sino ai giorni d'oggi, quando ha lasciato la panchina della serie D.

E’ passata solo una settimana da quando di comune accordo con la società, hai lasciato la prima squadra e sono arrivate due vittorie. Pensi che sia stato lo scossone giusto che serviva alla squadra per cambiare rotta?

Si ne ero convinto, non poteva essere altrimenti. Sapevo che ai ragazzi serviva questo tipo di scossa per cambiare rotta e così è stato.

Tu che sei  speratino “inside”, quanto ti è pesato prendere questa decisione?

Beh, sicuramente ha pesato molto, ma la mia decisione è maturata proprio tenendo conto di questo fatto.

Dopo questa decisione il tuo ruolo all’interno della società non è cambiato di molto. Quale gruppo stai allenando?

Assolutamente no, non è cambiato nulla. Continuo ad operare all’interno della società con lo stesso entusiasmo e voglia di sempre. Diversamente avrei preso in giro me stesso, i giocatori e la società.

Riesci ad immaginare Nicola Lussu in un’altra società?

Chissà ! ma se devo cambiare rivestirò solamente il ruolo di allenatore.

All’inizio della stagione la società ha messo a segno diversi colpi di mercato, l’arrivo di Cossu e Biggio, il ritorno di Corronca che facevano pensare ad un campionato ai vertici. Quali erano i programmi della società e quali sono ora?

Diciamo che c’erano buoni propositi all’inizio dell’anno, anzi in estate, Cossu sicuramente era un pedina fondamentale per il raggiungimento dei risultati, ma purtroppo per questioni lavorative ci ha dovuto lasciare anzitempo. Biggio ha dato più peso sotto canestro, un reparto importante per creare profondita alla squadra. Corronca dopo la breve esperienza a Elmas ha trovato subito lo spazio che gli compete.
I programmi erano quelli di fare un campionato dignitoso, poi si sa che non tutto può andare come ci si aspetta, ma sono sicuro che l’obiettivo si conquisterà.

Ringraziamo Nicola Lussu per la sua disponibilità e gli auguriamo una carriera piena di soddisfazioni.

di N.C. Basket Sardegna


venerdì 21 novembre 2014

Su Stentu - Accademia un connubio che dura da tre anni

BOTTA E RISPOSTA CON MISTER SU STENTU: ANDREA CAU, CLASSE ’69 GIOVANE IMPRENDITORE, SESTESE DOC.

Un paio di giorni fa abbiamo proposto ad Andrea una mini intervista, pensando che la cosa lo lasciasse attonito, invece si è mostrato entusiasta e ben felice di incontrarci per "una botta e risposta"…

Domanda: Si può dire che Su Stentu abbia sposato e quindi faccia ormai parte del progetto Accademia?
Risposta: Si. Sono entusiasta di farne parte e di contribuire alla crescita di una società dallo spirito giovane e pulito.

D: cosa ti ha convinto ad avvicinarti a questo sport e ad Accademia Basket?
R: prima seguivo tanto il calcio, da tifoso.Poi ho provato disgusto per l’ambiente, dai continui litigi che ormai lo caratterizzano e che i mass media purtroppo propongono. Un mondo che si contraddistingue anche per gli alti interessi.
Prima di conoscere effettivamente il basket, ho conosciuto una persona, che ora considero un amico nonché dirigente di Accademia Basket.

D: vuoi raccontarci come è andata?
R: certo. Tre anni fa circa, nel 2012, un abituale cliente della mia pizzeria, Marco, mi fece la proposta di contribuire con lo sponsor “SU STENTU”, al progetto di una nuova società di basket, nata quell’anno a Sestu 
dalla fusione tra la Scuola Basket Sestu e la Russo Cagliari. Premetto che io non conoscevo nè le società nè la pallacanestro in genere.

D: quindi non è stato subito amore per il basket , ma “fiuto” e fiducia in chi ti ha fatto la proposta.
R: eh si. Marco mi illustrò subito a grandi linee il loro progetto e chi ne faceva parte: persone col basket nel cuore. Persone sportive, pulite nello spirito, come è pulito il basket e la tifoseria. Già vedendo le prime partite al PalaMellano ho subito riscontrato il feeling che lega il pubblico alla società e ai giocatori.

D: pensi che Accademia Basket sia cresciuta in questi tre anni e abbia ancora margini di miglioramento?
R: in questi tre anni ho visto uno sviluppo incredibile della società e ho potuto apprezzare gli sforzi dell’intero gruppo dirigenziale e tecnico. Persone sincere che anche con sacrificio e fatica svolgono il proprio ruolo con entusiasmo e, perché no, con divertimento. Persone che non hanno mai sposato la mitica frase di Totò “Armiamoci e partite” (cit.).
Il miglioramento non è una cosa astratta ma è fortemente legato a chi lo vuole ottenere.
Accademia è un gruppo.
Accademia è formata da persone valide che vogliono migliorarsi e trasmettono le loro ambizioni alla società: il tutto è confermato dai numerosi iscritti e dal pubblico che segue le partite DNC.
Questo mi ha convinto a confermare la disponibilità mia e di “Su Stentu” per il terzo anno consecutivo.

D: visto il tuo forte legame con i dirigenti Accademia, pensi che il connubio SU STENTU-ACCADEMIA possa avere un seguito e se si, con quali premesse?
R: non ho peli sulla lingua e sono spesso istintivo, perciò vi dico subito che se sono qui è perché la cosa mi è piaciuta subito, come ho detto prima e non lo faccio per un riscontro economico. Mi piace il gruppo, quello che ha dimostrato fin’ora, il modo di impegnarsi nel sociale.
Nel momento in cui non si presenteranno più queste premesse, io, come sono entrato, uscirò… ma non è il caso attuale di Accademia…

Ufficio Stampa Accademia Basket Sestu

lunedì 17 novembre 2014

Russell Jordan: "Ora Sinnai è la mia nuova casa"



Sabato l'ala angloamericana Russell Jordan, dopo alcuni mesi di inattività, ha debuttato nel campionato di Serie D con la formazione del Presidente Angelo Piras e così abbiamo deciso di sentirlo per una breve intervista, per saperne di più di questa sua nuova avventura e del suo futuro.


Si dice che non c’è due senza tre ma, dopo due stagioni trascorse con la maglia dell’Esperia, quest’anno, all’avvio del campionato, sei stato il grande assente. Come mai non hai continuato con i granata?

Con l’Esperia c’è un ottimo rapporto, mi sono sentito a casa perché Giovanni Zucca, il nostro presidente, è una persona davvero umana, che mi ha accolto a braccia aperte ed è sempre stata corretta nei miei confronti. Ovviamente, non tutti mi hanno capito e altri, forse, hanno approfittato del fatto che il mio italiano non sia perfetto per mettermi fuori gioco…non so. Per quanto mi riguarda non ho chiuso i rapporti con l’Esperia e spero che il destino ci riunisca un giorno, ma per me il basket non è solo un gioco o una passione ma anche e soprattutto il mio lavoro.


Nella scorsa stagione avete disputato un ottimo campionato ma nelle finali contro Genneruxi c’è stato il crollo, cosa è successo ?

Il mio crollo o il crollo del team??  Io ho dato sempre il massimo ma ogni giocatore ha delle brutte giornate. Purtroppo la mia non solo è stata quella della finale, ma è coincisa con una brutta giornata di tutta la squadra. Solitamente, se io venivo marcato da due giocatori , uno dei mie compagni era libero e segnava, in quella partita purtroppo non è successo. Mi dispiace perché so che molti confidavano in Russell Jordan ed è stato difficile per me non assumere tutta la colpa per aver perso quella partita ma il basket è un gioco di squadra. Io sono solo un giocatore, non decido in che posizione giocare e come giocare, provo solo a dare il meglio nella situazione in cui  mi trovo. Il mio meglio quel giorno non è stato abbastanza. Mi scuso ancora con tutti i tifosi dell’Esperia, vi ho deluso e mi dispiace.


In questa stagione prima di approdare al Sinnai, hai avuto contatti con altre società?

Ad essere sincero si, qualche squadra fuori Sardegna, specialmente una che mi vorrebbe già dalla scorsa stagione. Ho scelto la Sardegna per la mia famiglia, per far crescere i miei figli in un posto sano in mezzo a persone che ancora credono nei valori. Mi sposterei altrove solo per un campionato più alto, per giocare in C o D sto in Sardegna, perché amo questa terra. Se volete sapere se mi ha contattato una squadra sarda, beh ho parlato con alcune società ma nessuno mi ha fatto una proposta seria fino a che è arrivato il Sinnai.  Sospetto che ci siano delle voci in giro sul mio conto, perché non capisco perché il miglior giocatore del campionato di serie C dell’anno scorso venga snobbato quest’anno. Quando sono arrivato in Sardegna 2 anni fa, si diceva che chiedevo 5000 euro al mese, altri dicevano che vivo qui da 5 anni…insomma ci sono leggende in giro, spero solo che le male lingue non abbiano danneggiato la mia reputazione e la mia possibilità di giocare.


Come mai hai deciso di giocare in Serie D?

Perché no? La C2 è diventata C, la D è come la C2 dell’anno scorso. Ci sono squadre forti e il campionato sarà competitivo. Io ho il doppio passaporto, posso giocare solo fino alla serie C o in A. La A sarda non mi ha mai offerto neanche un provino, la C non ha bisogno di me perché pare che rubi spazio ai giovani, la D mi ha accolto in modo affettuoso e mi da la possibilità di giocare nel mio ruolo, perché rifiutare? I dirigenti del Sinnai sono persone davvero spettacolari, oneste e corrette, mi hanno fatto sentire subito benvoluto, mi hanno fatto un offerta a cuore aperto e stanno cercando di aiutare me e la mia famiglia, darò il massimo per loro e per i tifosi del Sinnai! Non staremo in serie D a lungo.


Ora che sei tornato a giocare, se arrivasse una chiamata da una squadra di Serie C, cosa faresti?

Mettiamo in chiaro che a me non interessa la serie D o C , che differenza c’è? Un campionato di distanza? Se mi chiamasse la A sono sicuro che il mio presidente Angelo Piras mi accompagnerebbe al provino!
Capisco che in Sardegna sia importante per chi ha iniziato dalle giovanili progredire in serie sempre più alte, io non sono sardo e ho 32 anni, non m’interessa. Da giocatore professionista mi sarebbe piaciuto giocare in A. Quando mi sono trasferito in Sardegna, ho rifiutato un ingaggio con la NBDL perché la mia famiglia non voleva vivere in America, mi sembra chiaro che le mie decisioni siano sempre prese in base alle esigenze della mia famiglia. Non sto pensando ad altre proposte, ho preso la mia decisione e Sinnai è la mia nuova casa ora.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Mi sto finalmente ambientando in Sardegna, la lingua è un po’ meglio, mi occupo di fitness allenando gruppi e individui. Molti non sanno che sono anche un personal trainer qualificato, inoltre faccio training speciali per giovani cestisti e inizierò ad allenare una giovane squadra a Sinnai. Il mio progetto è quello di continuare a giocare a basket, avvicinare i giovani allo sport e gli adulti al fitness. La Sardegna, e soprattutto Cagliar,i è un posto bellissimo per vivere una vita sana, in forma praticando sport.


Basket Sardegna augura un sentito in bocca al lupo a Russell Jordan e gli augura buon lavoro

domenica 19 ottobre 2014

Fare basket in provincia, la parola a...

Per una Dinamo che vince la supercoppa e che gioca in Eurolega, una formazione in DNB, un basket femminile con sei formazioni distribuite tra la A1, A2 e A3, esiste anche un rovescio della medaglia che, molto spesso dimentichiamo, soprattutto noi in città:  "lo sport di provincia" e, nel nostro caso, il basket.
Se oggi in tempo di crisi le società più blasonate manifestano delle difficoltà ad andare avanti, è facile immaginare quanto i problemi siano amplificati in provincia, a partire dalla difficile reperibilità di fondi, per arrivare allo scarso bacino d'utenza.
Ma c'è chi, nonostante le difficoltà, continua a portare avanti il suo pensiero, insegnando ad uno sparuto gruppo di aspiranti cestisti, tecnica, fondamentali, ma sopratutto il valore dello sport.
Un esercito di volontari in tutto lo stivale, nelle piccole comunità di provincia, dedicano parte del loro tempo, in alcuni casi della loro vita, per portare avanti questo progetto ludico/sociale molto spesso ignorato e/o sottovalutato.
In questo articolo/intervista, attraverso le parole di Virgilio Tacconi, presidente della Polisportiva Grotte, realtà del sulcis-iglesiente che alla vigilia dei quarant'anni dalla sua fondazione ha rischiato la scomparsa, facciamo un'analisi della situazione.


Presidente quando nasce la Polisportiva Grotte e quale è stato il suo cammino?

La società nasce nel lontano 1975 (l'anno prossimo i nostri primi 40 anni)  e si gioca a calcio, si fa pallavolo e anche basket al femminile. Nel 1980 la prima affiliazione FIP e la partecipazione a campionati giovanili maschili e femminili. Negli anni successivi diverse partecipazioni a campionati femminili, prima in Promozione, serie C e poi in B. I maschietti sempre in Promozione e qualche volta tentati di partecipare alla Serie D. 
Sino a qualche tempo fa consistente la frequenza di bambini/e  ai corsi di minibasket: poi il buio. Finisce il basket al femminile per la mancanza di un ricambio generazionale, ma continua quello al maschile. Dopo Renzo Mocci coach fatto in casa, abbiamo dovuto ricorrere sempre più spesso a tecnici che venivano da fuori: Roberto Aru, Giuseppe Fanuntza, Marco Loddo, Emanuele Peretti, Andrea Angotzi, Lello Esposito.


Cosa è successo quest'anno?

Quest'anno poi la mazzata finale: per mancanza di fondi non abbiamo ancora rinnovato l'affiliazione: ma grazie alla collaborazione con la Beta, i nostri U/17 parteciperanno comunque al campionato FIP e altrettanto  faremmo con i bambini del M/B. I ragazzi della promozione, invece, partecipano al campionato Open.
Nonostante la malasorte, si sta incrementando il gruppo  del minibasket, soprattutto al femminile. Proficuo, almeno pare, sarà il lavoro da fare con l'Istituto Comprensivo di Domusnovas a cui abbiamo presentato il progetto "EASYBASKET - SCUOLA" con il patrocinio del Comune di Domusnovas, Assessorato allo Sport, la Collaborazione della Protezione Civile di Domusnovas e di Radio Domusnovas, la prima Web radio della protezione civile, che da voce agli sportivi del paese e no.


A parte il problema finanziario (cosa non da poco conto) che lo è per tutte le società dilettantistiche, qual è il vero problema di fare sport in una piccola comunità?

A parte il problema finanziario........: fare sport in una piccola comunità (6.500 abitanti) con la presenza nel paese di: tre società di calcio, una di pallavolo, una di baseball, tre di bocce, tre palestre dove fare ginnastica, tre o quattro scuole di danza, una società di Kick - Boxing, dove trovi il personale per far crescere in una società di pallacanestro. Tutte le società si dividono quei pochi ragazzi e quindi per molti è difficile, almeno chi fa sport di squadra, riuscire a fare un gruppo valido. Gli impianti, sempre in fase di ammodernamento, ci sono: però quando ci sono lavori, ti devi spostare chiedendo collaborazione alle altre società, facendo spesso la fila interminabile per avere le autorizzazioni per l'utilizzo di impianti altrui. Per anni, anche se adesso è cambiata la musica, tutte le società non hanno fruitto di contributi. Con l'andare del tempo, questa situazione diventa insostenibile. In una provincia come la nostra, la più povera d'Italia, provate a togliere la quota per fare sport, quando in casa non ci sono neanche i soldi per il pane. Poi, essendo una polisportiva, gli errori di qualche settore, alla fine li devi pagare: mette di tasca chi ha qualche soldino da parte per non incorrere in problemi legali. Tutte queste cose insieme, hanno portato alla mancanza di fondi che non ti hanno permesso fino ad'ora di rinnovare l'affiliazione Fip.


L'ASD Beta vi ha teso una mano. Avevate mai pensato prima, ad un progetto e a degli accordi con le società dei comuni vicini?

L'ASD Beta........, grazie ad Andrea Angotzi che ci ha dato una mano con tutto lo staff della sua Società. Non avevamo mai pensato prima ad una collaborazione con le altre società della zona, anche se quando è scoppiata la grana "Pol. Grotte", l'unico ha mostrarsi interessato al problema è stato Pino Fae del Basket Carbonia. Ma  ormai era già stato fatto tutto con Andrea. Qualche altro ha invece cominciato a mandare messaggini  ad alcuni atleti e genitori. Qualcuno ha accettato, il 99% per cento ha rifiutato.


Prima di questo progetto "EASYBASKET - SCUOLA", che metodi avete usate per diffondere il basket in paese?

Prima di questo progetto "Easybasket.........: la prima collaborazione con la scuola risale al 1980 con le insegnanti Vanna Secci e Antonella Pintore, diventate poi, la prima, Presidente della Società, la seconda, responsabile del settore minibasket della suola elementare di Domusnovas e della Polisportiva. Da lì, tanti tornei amatoriali per tutti e tanta pubblicità dapertutto. Poi tanti anni di lontananza dalla scuola per mancata collaborazione con il corpo insegnante, tutto a vantaggio di sport dove non esiste in contatto fisico e quindi meno responsabilità per le stesse.


Cosa vede o prevede nel futuro della Polisportiva Grotte?

Cosa vede o prevede nel futuro della Pol......: innanzitutto ricominciare a lavorare con la FIP saldando il nostro debito; continuare a incrementare l'attività di minibasket, che dopo appena tre o quattro sedute di allenamento, si è incrementato notevolmente il numero dei bambini; costruire tecnici e istruttori in casa nostra, evitando grandi spese con tecnici preparati che sono venuti qui da noi a dare il loro contributo tecnico e una valida amicizia che ti ritrovi, come stavolta, nel momento del bisogno. Di sicuro, in futuro, porte chiuse a grandi rientri di qualche prima donna.

Grazie Virgilio Tacconi

Basket Sardegna ringrazia Virgilio Tacconi, gli augura un sincero in bocca al lupo e lunga vita alla Polisportiva Grotte.

di N.C. Basket Sardegna



giovedì 16 ottobre 2014

CUS Cagliari : La parola a coach Restivo


Dopo due trasferte consecutive, domenica prossima alle ore 18 il Cus Cagliari farà il suo esordio casalingo ospitando a Sa Duchessa la Virtus Carispezia La Spezia. Morale alle stelle per le universitarie, reduci da un inizio di stagione scoppiettante. La bella ed importante vittoria di Napoli ha galvanizzato l’ambiente, non era facile riuscire ad espugnare il parquet partenopeo, contro una squadra costruita per vincere. Invece il Cus, pur rinnovato, sembra aver già trovato la propria dimensione, riuscendo ad imporre il proprio gioco e a portare a casa la preziosa vittoria. “Non era facile vincere su un terreno difficile come quello campano –ha spiegato il coach Antonello Restivo- Sapevamo bene quanto fossero forti, per cui le ragazze sono scese in campo concentrate e con estrema tranquillità hanno affrontato la gara nel modo migliore. Vincere fa sempre bene , da morale e ciò è importante per una squadra molto rinnovata come la nostra. Napoli sarà sicuramente  una delle protagoniste di questa stagione, basta scorrere il suo roster fatto da giocatrici di esperienza e di indiscusso valore, è stata costruita per vincere ed ha un budget nettamente superiore al nostro. Tutti elementi che rendono ancora più preziosa la nostra vittoria. Comunque sappiamo che sarà un campionato equilibrato. La stessa Venezia che ci ha battuto all’Opening Day è stata poi sconfitta in casa dal San Martino di Lupari”.  Prova corale quella del Cus, che pur avendo cambiato gran parte della squadra, ha già fatto intravedere ottime cose, con l’americana Asia Taylor protagonista indiscussa. “E’ da poco che stiamo lavorando insieme –ha continuato Restivo- ma, a dispetto dei ritardi iniziali e degli infortuni che hanno condizionato la preparazione, i progressi sono quotidiani. Il gruppo ha tanta voglia di lavorare e di crescere e soprattutto è bello vedere le ragazze che giocano l’una per l’altra, con spirito di sacrificio. Taylor è una bella sorpresa, sta giocando molto bene ed è la prima a mettersi al servizio della squadra”. E domenica contro la Virtus  La Spezia, allenata da Stefano Tommei, ci si aspetta il pubblico delle grandi occasioni per celebrare il giusto plauso alle guerriere di Napoli. “E’ il nostro esordio in casa –ha chiuso  Restivo- per cui c’è tanta voglia di fare bene. Sappiamo che non sarà una gara facile perché loro vorranno dimenticare la sconfitta subita in casa contro Umbertide, ma sono sicuro che daremo il massimo. Cercheremo fin dai primi minuti di imporre il nostro ritmo per continuare così la nostra striscia positiva. Vogliamo presentarci al nostro pubblico nel modo migliore, per questo speriamo che ci sia tanta gente a seguirci, la società ancora una volta ha fatto tanti sacrifici per costruire un roster competitivo e quindi credo che sia giusto sostenerla riempiendo le tribune di Sa Duchessa

Ufficio Stampa Cus Cagliari Basket   

venerdì 10 ottobre 2014

GSO Basket Elmas : L'intervista doppia, Atzeni-Aresu

Sono giunte a Elmas forse per caso, forse perché hanno colpe da espiare e devono fare un percorso spirituale tra anime problematiche. Fatto sta che appena arrivate hanno sconvolto il panorama esistente masese e anche i nostri equilibri (si fa per dire) post-allenamento e partite. "Andiamo a mangiare dal caddozzone, andiamo a berci una cosa, andiamo là e poi ti riporto io a casa, passiamo agli Spiriti". Non c'è pace.

Roberta Aresu, classe 1985, e Giulia Atzeni, classe ’87, hanno già dato grandi soddisfazioni ai colori biancoblù. Soprattutto Giulia, tra il 2° e il 3° quarto della partita inaugurale di campionato contro San Francesco Ittiri (ma come già è stato rimarcato: “i retroscena sono solo per pochi intimi”). Senza dimenticare le emozioni che ci trasmettono i pantaloncini fosforescenti che Aresu sfoggia allenamento dopo allenamento. Sflescianti. 

Facciamoci un attimo gli affari loro prima di sottoporle al tedio del rito d’iniziazione dell’intervista doppia. 

Roberta Aresu, nata a Cagliari il 23 maggio 1985 (segnate, un altro compleanno da festeggiare a maggio!) si innamora della palla a spicchi a 7 anni e inizia a giocare

martedì 7 ottobre 2014

La Mercede intervista il suo nuovo DS


Abbiamo intervistato Cristiano Baccini, che dopo un esperienza di più di 10 anni nel Lazio da quest’anno ricoprirà il ruolo di Direttore Sportivo nella Mercede Alghero, militante nel girone A della Serie A2 femminile, con lui abbiamo toccato tanti argomenti di passato presente e futuro per una bella intervista che ripercorre la sua esperienza cestistica.



Cristiano, la prima domanda è ovviamente, perché hai scelto la Mercede Alghero?

La mia storia cestistica seppur oltre decennale mi ha visto sempre legato alla città di Pomezia, prima con la Fortitudo e successivamente con la Minerale Puro, questo ha fatto sì che per me il basket diventasse una sorta di seconda famiglia, avendo la possibilità di lavorare sempre con le stesse persone, chiusa l’esperienza della Minerale Puro dopo la promozione avevo bisogno di uno stimolo importante perché ero pronto a fermarmi. Così è arrivata la chiamata del presidente De Rosa, al quale mi lega stima ed amicizia da parecchi anni. Mi ha parlato bene del suo modo di vedere la pallacanestro e di quello che vuole fare con la Mercede, invitandomi a collaborare con lui, devo dire che l’idea mi ha davvero entusiasmato, perché in questo momento del basket femminile è proprio quello che ci vuole”

Il declino del movimento rosa sembra non avere fine, cos’ha in se il progetto Mercede tale da poter essere preso da esempio?

E’un progetto sano che mira ad una crescita ponderata e soprattutto allo sviluppo delle giovani giocatrici che possono a lungo andare essere un patrimonio sia tecnico che economico. Mi spiego meglio. A cosa serve fare campagne acquisti faraoniche in un movimento in cui purtroppo il ritorno di immagine non è mai quello che si spera e che comunque meriterebbe? A mio parere il patrimonio va creato dentro casa, dando la possibilità a giovani giocatrici di formarsi nei diversi campionati, avendo un serbatoio come la serie A2 che offre una possibilità di confronto e di crescita molto interessante magari affiancando loro 2 o 3 atlete senior che possano guidarne lo sviluppo sia in allenamento che in partita. Questo fa sì che si possa avere una società lungimirante e sana a livello economico, perché purtroppo molti casi eclatanti nel mondo del basket femminile hanno dimostrato che purtroppo cadere nel baratro è troppo facile.

La vostra società opererà su tutto il territorio giusto?

Il concetto principale è quello che l’unione fa la forza ed è stato molto bravo il presidente De Rosa a non limitare il proprio raggio d’azione alla sola Sardegna. Per questo abbiamo strutturato una dirigenza che permetta alla Mercede di avere risorse su tutto il territorio mettendosi anche a disposizione di società non necessariamente sarde per una collaborazione e una crescita reciproca. Inoltre sottolineo l’importanza di un personaggio come Laura Ortu, una persona che ama, conosce e vive la pallacanestro come pochi. Il suo progetto Basket in Rosa è qualcosa di fantastico, ed esserne parte integrante come società è un motivo di grande orgoglio. Laura giocherà davvero un ruolo fondamentale in questa crescita societaria.

Quindi non possiamo parlare di obiettivi sportivi che vi siete prefissati per la prossima stagione?

Sarebbe errato e non in linea con quello che stiamo cercando di fare, perché, forse sono ripetitivo, ma il nostro obiettivo è crescere in maniera sana e scoprire nuovi talenti. Ovviamente toccando l’aspetto esclusivamente sportivo, vogliamo mantenere la categoria con la prima squadra e magari toglierci qualche bella soddisfazione con il settore giovanile, ma sono certo che il lavoro pagherà. Ci sarà bisogno di tempo ma certamente non abbiamo fretta.

Facciamo un salto nel passato, dopo tanti anni a Pomezia qual è il ricordo più bello?

Il mio ricordo più bello non è sportivo, ma sono le persone che ho incontrato e con le quali ho avuto il privilegio di lavorare, da amici come Massimo Fonso o Alberto Fanella, coach Gabriele Diotallevi o il mio amicone Umberto Zanchi sul quale avrei scommesso già 10 anni fa e che ora è assistant coach alla VIrtus Roma in serie A1 maschile, ma anche tantissime giocatrici, come Laura Gelfusa alla quale mi lega un amicizia anche al di fuori del campo di gioco da tantissimi anni e che incarna alla perfezione lo spirito del capitano, o Laura Perseu, Sarah Paladino, o il privilegio di lavorare con una campionessa come Giorgia Bertocchi e tantissime altre che non sto qui a dirti per paura di dimenticare altri nomi e fare un torto che mai vorrei alle splendide ragazze che hanno reso speciale ogni singola stagione soprattutto sotto l’aspetto umano.

Qual è la squadra più forte che hai affrontato in questi anni?

Ho visto tante squadre fantastiche, ma per mio personale gusto rimasi folgorato da una Siena stratosferica che vantava un quintetto composto da Petrassi, Granieri, Diamanti, Vengryte e Cencetti…una squadra sopraffina veramente che non riesco ad oggi ancora a spiegarmi come fece a non vincere il campionato.

Un rimpianto legato a questi anni?

Rimpianti sportivi non ne ho, probabilmente un grosso rimpianto è legato ad una giocatrice che a mio parere rappresenta uno dei più grandi talenti che ci sia in Italia e sulla quale decisi di puntare diversi anni fa ovvero Sara Innocenti, riuscii a portarla a Pomezia da San Giovanni Valdarno ma purtroppo ero da poco trasferito per lavoro a Forlì e non potei seguire in prima persona la situazione e riuscire a gestirla, fu purtroppo gestita male e si finì per allontanare un talento che avrebbe fatto la differenza così come ora sta meritatamente facendo in serie A2 e mi auguro di vedere presto in A1 perché io faccio sempre il tifo per lei. Pur non essendo io la causa di quanto successo non ho mai smesso di avere un senso di colpa per quanto successo, questo è il mio modo di fare, io mi assumo le responsabilità di ogni cosa che faccio perché preferisco avere un rapporto molto onesto con tutte le giocatrici.

Chiudiamo con un pronostico, la tua favorita per la prossima stagione di A2?

Tifo Mercede Alghero e basta, non voglio sembrare arrogante, ma credo sia importante concentrarsi su quello che abbiamo noi da fare e costruire senza pensare alle altre. Mi auguro che sia una grande stagione che possa sotto ogni aspetto accrescere l’interesse verso il basket femminile.

M.V.
                                                                          Ufficio Stampa

giovedì 2 ottobre 2014

Intervista al Presidente della Virtus Riccardo Fava


Presidente Riccardo Fava, ancora pochi giorni poi si parte con la nuova stagione di A2, forse la più difficile della sua gestione?

“E' un momento difficilissimo per tutto lo sport sardo, non soltanto per la Virtus. Certamente la crisi economica che stiamo attraversando non porta serenità neanche ai nostri politici che amministrano le casse regionali sarde, soprattutto per ciò che riguarda la contribuzioni per lo sport.
Anche quest'anno si ipotizza, come accaduto lo scorso anno, una riduzione dello stanziamento da parte dell'Assessorato allo Sport del 30 %, ma il problema maggiore è non poter sapere il periodo in cui poter contare sulla reale contribuzione di queste sovvenzioni. Ancora oggi a poche ore dall'inizio del campionato 2014/2015, ci troviamo a dover attendere i saldi dei contributi sportivi dello scorso anno, ed il campionato di A2 si è concluso ad Aprile. Purtroppo sono seriamente preoccupato, i nostri giovani hanno bisogno di fare sport ma le istituzioni sembra non vogliano considerare di estrema priorità le nostre argomentazioni. Dovremo necessariamente ridimensionare i nostri obbiettivi, oppure ovviare con uno sforzo ulteriore dei singoli per tenere in piedi tutta la struttura sportiva.E'una cosa che peraltro facciamo già da diversi anni, ma oramai siamo allo stremo”.

Che squadra è quella di quest’anno?
“La squadra che si è creata quest'anno è una squadra giovane, veloce e dinamica che non ha particolari ambizioni, se non quella di puntare ad un campionato tranquillo  dove poterci divertire e fare nel contempo crescere le nostre giovani promesse ,con l'obbiettivo di avere una Virtus sempre più sarda”.

Stavolta la Virtus è stata inserita, assieme all’Astro nel girone Nord Est. Che squadre dovrà affrontare?
“Si,siamo stati inseriti nel girone nord est, dove incontreremo squadre come Muggia,Treviso, Crema, Albino, Verona, Ferrara,oltre a Biassono ed Astro,che gia' conosciamo per averle avute nello stesso girone lo scorso campionato. Delle altre non conosco la forza che, verificheremo nel corso della stagione”.

Come ha visto la squadra in questo inizio di stagione?
“Ho visto una squadra molto affiatata, compatta e con uno spogliatoio, bello, unito ed allegro. Questo ritengo sia un elemento fondamentale per la crescita e del gruppo,considerando che 6/10 sono nuovi arrivi”.

E' notizie di poche ore fa la dell’importante partnership tra la Virtus e la Dinamo Sassari. Di cosa si tratta?
“Si tratta di un importante accordodi collaborazione per uno scambio di sinergie futuro, che non può che giovare ad entrambe le Società”.

Anche in questo caso la Virtus è andata oltre. Non era mai capitato che una formazione cagliaritana femminile collaborasse con una società sassarese maschile...la lungimiranza e la costanza del presidente Fava nel fare grande la Virtus ha premiato...
“In questo momento di contingenza che lo sport sta vivendo, penso che la collaborazione reciproca, finalizzata agli stessi progetti di crescita, sia indispensabile. E' stato questo il mio pensiero, e anche quello del Presidente Sardara. Guardare e curare il proprio orticello, senza approfittare della collaborazione e dei consigli dei vicini, porta soltanto ad isolarsi, trascurando quello che è l'obbiettivo primario, e cioè la crescita e il rafforzamento del movimento. E' con questi propositi che entrambi procederemo, collaborando insieme per avere, se fosse possibile, una futura squadra femminile che ci possa rappresentare agli alti livelli nel basket femminile, non solo isolano, ma anche in campo nazionale. Nel futuro piu' ottimistico, mi immagino una Virtus/Dinamo Rosa forte e di valore come lo è attualmente la Dinamo in campo maschile”.

Sicuramente negli ultimi 12 mesi la Virtus è cresciuta è in numeri parlano chiaro soprattutto a livello giovanile…
“Stiamo amplificando in maniera esponenziale il numero delle iscritte. E’ senz'altro merito dello staff tecnico che ci circonda,che sta lavorando con metodo ed entusiasmo, dal minibasket alla nuova serie B, appena conquistata in campo dalla Olimpia/Virtus”.

Lei ha cominciato lo scorso anno con il circondarsi di dirigenti giovani e, soprattutto capaci. Quest’anno ancora volti nuovi in società.
“I volti nuovi, che affiancano l'organico dirigenziale, si sono arricchiti di una presenza importante:Nando Lai , grande appassionato di basket ,con un trascorso importante di ex giocatore e padre di una splendida bimba che ha voluto aggiungersi alle nuove mini/atlete di quest'anno. Fa parte del Direttivo ed è a lui che ho voluto affidare la carica di Dirigente Responsabile del settore giovanile, lavoro in precedenza svolto positivamente da Betty Murgia, che però per problemi familiari non poteva più seguire.
Devo dire che che tutti noi del Direttivo  siamo entusiasti di questo nuovo acquisto, vuoi per la carica di simpatia che trasmette, ma soprattutto per l'impegno e l'attenzione che dedica al suo nuovo incarico. Senz'altro il migliore acquisto della Virtus di quest'anno”.

Il settore minibasket è sicuramente quello che le darà più soddisfazioni. Lo scorso anno si sono toccate le 70 presenze, quest’anno, conferma che l’obbiettivo è quello di arrivare a quota 100 bambine iscritte ai corsi? 
“Il settore minibasket è ottimamente coordinato da Antonello Manca, ma è sicuramente altrettanto importante l'apporto tecnico delle nostre allenatrici/atlete, tutte ragazze della prima squadra di A2. Tra loro anche Gabriella Fadda ,veterana allenatrice minibasket e Beppe Muscas, due nomi che non hanno bisogno di presentazioni. Quest'anno Beppe seguira' il percorso di crescita delle esordienti.  Ma tutto lo staff tecnico, diretto dal capo allenatore Carla Tola,(che recentemente ha ottenuto il patentino di allenatore di A1) iniziando da Walter Catani, per poi passare a Sandro Manca e a Claudio Cappelli, e al cui gruppo presto si aggiungera' un'altro allenatore, faranno anche quest'anno bene come già fatto lo scorso anno ,su questo non ho dubbi”.

L’augurio del Presidente della Virtus Riccardo Fava alle atlete per il nuovo anno sportivo? 
“Il mio augurio per quest'anno è quello di sperare di continuare a vedere nei genitori delle nostre giovani atlete, l'attaccamento e la vicinanza, senz'altro collaborativa, che ci ha permesso e ci permette di superare tutte le avversita'e le problematiche  del momento  che stiamo vivendo, perche è soltanto con il loro aiuto che possiamo andare avanti. E a tutte le nostre atlete l’auguri di una stagione ricca di soddisfazioni per loro e per la società”.

UFFICIO STAMPA VIRTUS CAGLIARI

martedì 16 settembre 2014

L'inossidabile Selene Perseu

Foto di Mauro Mascia
Ad aprile alla fine del campionato la drastica decisione di appendere le scarpette al chiodo, all'inizio di luglio di nuovo in campo con le Ciungommone al Mellano Beach Contest. La decisione di stare lontano dal parquet è durata poco, quando la dirigenza del Panda Monserrato le ha chiesto una mano, non ha resistito, Selene ha detto si, così alla soglia dei quarantadue anni comincia una nuova avventura. Già ce la immaginiamo, la in mezzo al campo, a dettare i tempi con la grinta che la contraddistingue.  

Cresciuta cestisticamente tra le fila del San Salvatore Selargius dal 1980 sino al 2001 dalle giovanili alla prima squadra attraverso le varie promozioni dal campionato di promozione alla C , alla B e all' A2.
Nel campionato 2001/2002 si trasferisce al CUS Cagliari in A2.
Nel 2002/2003 passa alla Virtus Cagliari in B, dove ottiene la promozione in A2.
Nel 2003/2004 ancora con la Virtus Cagliari neopromossa in A2, a fine campionato smette di giocare.
Nell'anno 2010 decide di riprendere ad allenarsi e coach Staico la inserisce nel roster della squadra di serie B di eccellenza del San salvatore che, chiude il campionato in semifinale playoff.
L'anno successivo 2011/2012 sempre in B con il San Salvatore, conquista la sua terza promozione in A2.
Nel 2012/2013 e 2013/2014 ancora in A2 con il San Salvatore.

L'intervista:

A fine campionato avevi deciso di smettere, cosa ti ha convinto ad iniziare questa nuova avventura?
Si ad aprile avevo deciso di smettere sul serio ma la proposta del panda con l'obiettivo di vincere il campionato è stata veramente allettante.

Una carriera piena di successi, cosa ti aspetti da questa nuova stagione?
Da questa stagione mi aspetto intanto di raggiungere l'obiettivo promozione, sempre accompagnato dal piacere e dal divertimento di stare con un gruppo nuovo .

Sei riuscita in quello che tanti giocatori sognano, giocare in squadra con tua figlia. Cosa hai provato la prima volta che siete state insieme in campo? Tua figlia ascolta i tuoi consigli?
Ho avuto mia figlia abbastanza presto, la portavo con me nei campi e spesso pensavo, se un giorno anche lei avesse giocato a basket. Ebbene si, dopo qualche anno l'ho ritrovata con me in campo, è stato bello ma per niente facile perché i consigli di una mamma giocatrice non sono mai ben accetti, sai la classica frase " tu non puoi capire". Allora faccio la mamma e lasciò ad altri il compito di fare gli allenatori.

Cosa è cambiato da quando giocavi tu ad adesso che gioca tua figlia?
Dovrei rispondere a questa domanda dicendo " ai miei tempi" ma i miei tempi sono ancora oggi dato che gioco. Diciamo che quando facevo io le giovanili si vedevano molto meno talenti e tanta fame di vittoria, il dolore della sconfitta era insopportabile per noi che vivevamo solo ed esclusivamente di basket. Oggi vedo troppi talenti che scendono in campo ad esibirsi e nei loro visi vedo sempre la stessa espressione prima dell'inizio, durante e dopo la partita indipendentemente dal risultato. Questo mi spaventa...

In queste ultime stagioni hai dimostrato che l'età è solo un numero sulla carta d'identità, cosà c'è nel futuro dell'inossidabile Selene, ancora basket?
Ora nel mio futuro c'è tanto altro oltre al basket , ho scelto un campionato inferiore anche per consentirmi di realizzare un sogno che ho da bambina: entrare a far parte del sics( scuola italiana cani salvataggio) ho un bellissimo cane Terranova col quale ho iniziato un bellissimo percorso impegnativo, faticoso e ricco di emozioni.

A questo punto l'intervista è finita, non ci resta che augurarti una stagione ricca di soddisfazioni e.....ancora tanti campionati!!!

di redazione Basket sardegna

lunedì 15 settembre 2014

Franco Carpineti, una vita passata a formare giovani nel basket

L'Aquila anni 60 - Foto di "La  casteddaia" 
Insegnare, una missione. Vorrei stare sul campo altri dieci anni.

E' di questi giorni l'articolo pubblicato dall'ufficio stampa della FIP sui 90 anni di Franco Carpineti. Per pura curiosità ho deciso di scandagliare il web in cerca di altre notizie, ed ho trovato questa intervista di Stefania De Michele, pubblicata da " La Nuova Sardegna" nel 1999, che vi propongo integralmente.

Leggi anche "90 candeline per coach Carpineti"


CAGLIARI 6 gennaio 1999 - Tenere a bada uno sciame di bambini in un campo di pallacanestro non è affare da tutti. Insegnare loro a giocare facendoli sempre divertire è cosa altrettanto difficile, ma di sicuro Franco Carpineti ha esperienza da vendere. Settantaquattro anni, allenatore da oltre quaranta, pluripremiato e soprattutto niente affatto stanco di essere circondato da scalmanati piccoli atleti.

Allora coach, quando nasce questa passione per il basket?
Molto tempo fa. Sino a 28 anni ho giocato al calcio, mala pallacanestro mi è sempre piaciuta. Intorno al 1950 mi trovavo a Napoli e, essendo meteorologo, ho fatto parte della squadra dell'Aeronautica. E stata una breve parentesi perchè poi ho proseguito esclusivamente da allenatore.

E in Sardegna?
Ricordo quando all'Aquila, nel 1956, costituimmo una società: all'inizio non avevamo niente, neanche il campo. A quei tempi allenavo squadre seniores: la prima divisione e poi la serie C. Questo fino al 1965. In seguito mi sono occupato esclusivamente dei settori giovanili.

Perchè? 
Per scelta. Preferisco insegnare ai ragazzi che gestire giocatori già maturi. Oltre tutto gli atleti che arrivano a una certa età e a un traguardo più o meno meritato molto spesso disconoscono l'importanza di perfezionare costantemente i fondamentali. Per esempio i professionisti Usa, tre settimane prima dell'inizio del campionato, dedicano 40/50 minuti ad allenamento agli esercizi di passaggio, di tiro, ai fondamentali di difesa. Se lo fanno loro, non capisco perchè i nostri giocatori di A e B e via dicendo non debbano applicarsi.

Non sempre è colpa degli atleti... 
Certo. Infatti il basket sta regredendo qualitativamente proprio perchè non ci sono più allenatori del calibro di Formigli, Costanzo, Pentassuglia. Sono convinto di una cosa: per diventare un bravo tecnico è assolutamente necessario aver allenato per almeno cinque o sei anni i giovanissimi. Non è sufficiente conoscere schemi e tattiche; bisogna fornire i giocatori di un bagaglio tecnico che consenta loro di giocare in ogni ruolo. A tutte le età e in ogni serie.

Ci sarà pure qualche buon allenatore... ?
Più di uno, ma non sono mai troppi. Se si vuole qualche nome posso citare Piero Rigucci, Robertino Usai quando stava al Cus. Non si può dimenticare Ermanno Iaci, Michele Boero che attualmente è vice di Boniccioli nella nazionale cadetti, Enzo Molinas. A Sassari c'è Antonio Polano. A Olbia Mimmo Sciretti ha fatto un ottimo lavoro organizzando una società sportiva, l'Olimpia, che fa dei campionati giovanili il suo impegno maggiore.

Chi considera suo maestro?
Senza dubbio Tracuzzi, il più grande allenatore italiano: uno che vedeva le cose prima degli altri e che, per questo, precorreva i tempi. _

Lei è uno dei pochi allenatori"benemeriti" in Italia. Cosa significa?
Dovremmo essere almeno in quindici.

Si tratta del maggiore riconoscimento alla carica di tenico? Per cosa? 
Io, per esempio, ho partecipato ad almeno venticinque clinic internazionali. Sono stato direttore di diversi stages per allievi allenatori. Per 25 anni ho rivestito la carica di presidente regionale del Cna (Comitato nazionale allenatori).Sono stato uno dei promotori della pallacanestro nel Sulcis, a Lanusei, ad Alghero oltre che a Cagliari.

Quali sono i requisiti di un buon allenatore? 
E' una questione di carattere, passione, pazienza, intelligenza e psicologia. Con i ragazzi poi il primo passo è la comunicatività e la capacità di coinvolgere il gruppo, creando un solido spirito di squadra.

Quali squadre ha seguito? 
Dopo i seniores dell'Aquila è stata la volta delle giovanili con la stessa società: alla fine degli anni Sessanta partecipammo alle finali nazionali allievi e juniores. nel 1970 sono approdato al Brill e ho visto crescere giocatori come Tore Serra, Bruno Ligia, Luigi Maxia, Umberto Schlich. I risultati non mancarono: per esempio all'inizio degli anni Ottanta ci piazzammo terzi nelle finali nazionali allievi battendola corazzata Ford di Cant. Attualmente dopo due anni dipausa per problemi di salute, alleno un gruppo di ragazzi di 10 anni dell'Esperia.

Si è mai pentito di qualche sua scelta? 
No, anche se, in verità non avrei mai pensato di allenare le donne. Lo affermavo da sempre: le ragazze non sono portate per questo sport. Misono dovuto ricredere. Nel 1987, per varie vicissitudini accettai la serie C femminile del Basket Quartu: le giocatrici mi hanno sempre seguito con grande impegno e passione e si sono rivelate estremamente allenabili.

Si faccia un augurio per il nuovo anno appena cominciato.
Di poter stare sui campi altri dieci anni. E più in generale: vedere nascere in Sardegna, ma anche a livello nazionale, una scuola specifica per allenatori del settore giovanile.

Stefania De Michele


Stefania De Michele  
Milanese di mamma, sarda di padre - giornalista professionista. Ho iniziato a scrivere di sport sulle pagine della Nuova Sardegna. Per 16 anni ho lavorato a Sardegna 1 TV e collaborato per 4 anni con la redazione di Mediaset Sport. Attualmente collaboro con SKY Sport 24. Sono l'addetta stampa del Cus Cagliari Basket per la stagione 2014/2015. Dirigo una free press periodica di attualità e moda, che si chiama "Shopping"

mercoledì 10 settembre 2014

Intervista del presidente Riccardo Fava sul sito isola24sport.it

La crisi dello sport isolano dovuta soprattutto al ritardo dei pagamenti relativi alle quote arretrate da parte della Regione Sardegna, con il rischio di non poter, in qualche modo affrontare i campionati nazionali. Sono questi gli argomenti che il quotidiano online www.isola24sport.it ha trattato un una inchiesta che parte oggi. All’interno del servizio l’intervento del consigliere Alessandra Zedda e le interviste ai quattro presidenti delle formazioni di basket che militano nel campionato di serie A2 femminile. Di seguito si pubblica un piccolo stralcio dell’intervista al presidente della Virtus Riccardo Fava. L’intero articolo lo si potrà consultare cliccando all’indirizzo www.isola24sport.it.


INCHIESTA. Lo sport sardo batte cassa alla Regione

Le squadre isolane sull'orlo del fallimento per la mancata erogazione dei contributi dovuti da parte della Regione

Pubblicato da Redazione Isola24Sport il 10.09.2014

Riccardo Fava – Virtus Cagliari

I24. Presidente, la nuova stagione inizia con i vecchi problemi e soprattutto senza soldi...
R. "Già, i vecchi problemi sono soprattutto ingigantiti dalla mancanza di risorse economiche".

I24. A quanto ammonta la somma che vi deve la Regione?
R. "Allo stato attuale siamo in attesa di arretrati per circa 70.000 euro più o meno".

I24 Ma l'Assessore regionale allo sport Claudia Firinu vi ha dato delle risposte?
R. "Ho chiesto un colloquio con l'assessore Claudia Firinu, esattamente a metà giugno..sono in attesa che mi venga comunicato quando può ricevermi".

I24. Questi soldi ci sono, ma perché non vengono distribuiti alle società? Del resto sono soldi della scorsa stagione, già impegnati. Giusto?
R."E’un discorso legato a resti, patto di stabilità, sforamenti di spesa vari etc.. SEGUE

Ufficio Stampa Virtus Cagliari

giovedì 10 luglio 2014

I motivi che hanno indotto il Sant'Orsola Team 98, alla rinuncia alla A3

A distanza di un mese dall'annuncio della rinuncia al campionato di A3 F, da parte del Sant'Orsola Team, pubblichiamo integralmente le dichiarazioni che il presidente Nereo Vasconi, ha rilasciato al giornalista Piero Garau della Nuova Sardegna, sui motivi che hanno portato a questa decisione.


Presidente il motivo di questa decisione che ha tutte le sembianze di una sconfitta per la pallacanestro femminile sassarese?

non c'è solo un motivo che mi ha portato a prendere questa decisione, che voglio sottolineare non è stata improvvisa, ma è stata meditata durante tutto il corso del campionato.
In primo luogo non ha più senso fare un campionato così impegnativo senza avere nè obiettivi nè  tantomeno stimoli.
Mi spiego meglio, se vuoi la serie A/2, con tutte le rinunce che ci sono, te la offrono a tavolino, com'è successo a noi l'anno scorso, dove poi ha accettato l'Astro Cagliari, noi rifiutammo per  mancanza di risorse, dall'altra parte ormai non retrocede più nessuno, e quindi è un campionato dove mancando qualsiasi obiettivo non ha alcun senso partecipare.
L'altro motivo è la ferma volontà di investire sul settore giovanile, per costruire dall'interno le giocatrici di domani.

Ripartire dalla B  e una sorta di sfida anche verso chi poteva far qualcosa per il basket isolano in generale e per il Sant'Orsola team in particolare?

No ripartire dalla B regionale non è una sfida contro nessuno, è solo una presa d'atto della situazione attuale del basket femminile.
Potrei aprire polemiche infinite, ma siccome ho deciso di continuare a far  parte di questo movimento, prendo atto della situazione e nel bene e nel male mi adeguo, rimandando al momento della pensione tutte le considerazioni del caso. 
A Sassari nel femminile c'è il calcio e la pallamano che ogni anno, lottano per lo scudetto, eppure hanno pochissima visibilità, io ho sempre detto che con un minimo di aiuto da parte di qualche sponsor avrei fatto la A/2 ad un buon livello, e nel femminile i soldi che girano non sono certo gli stessi del maschile.
Un esempio è Ragusa, sino allo scorso anno in A/2, ha trovato qualche sponsor e dopo essere salita in A/1 al primo anno ha disputato la finale scudetto.
Purtroppo qui non è così e quindi senza sponsor, con i contributi pubblici in continua diminuzione e con le tasse federali che viceversa aumentano di anno in anno, era l'unica via percorribile.

Una decisione presa senza dubbio con grande amarezza, davvero era inevitabile arrivare a tanto? 

No non c'è amarezza ma consapevolezza nei nostri mezzi.
Sicuramente dopo tanti anni e tanti sacrifici, una certa delusione è normale, ma sono molto sereno, ripartiamo senza lasciare un euro di debito con nessuno ed onorando sempre gli impegni presi.
Contemporaneamente  sento un grande sollievo al solo pensiero di non dover passare un'estate ipotecata tra procuratori, organizzazione di trasferte, voli aerei, pulmini, alberghi, orari delle gare in casa ed in trasferta, ecc. ecc.
Sono dal 2000 (14 anni), che non faccio ferie perchè nei mesi di Luglio ed Agosto si lavora per avviare la stagione successiva, ma non mi lamento e non mi sono mai lamentato, l'ho fatto molto volentieri e con molta passione, e in tutti questi anni ci siamo tolti  molte soddisfazioni vincendo numerosi titoli giovanili e sfiorando spesso la promozione in A/2, ma ora basta, non ne vale più la pena.
L'obiettivo ora sarà il settore giovanile e la serie B composta esclusivamente da ragazze locali e del vivaio, per ricreare le condizioni che, almeno sino al 2008 ci permettevano di disputare una Serie B di Eccellenza, dal tasso tecnico molto più elevato dell'attuale A/3, con sole giocatrici locali.

Programmi per la prossima stagione ?

Un campionato tranquillo che valorizzi e permetta alle giovani di giocare, l’obiettivo primario è far  maturare le ragazze e fare bella figura.
Parlare di obiettivo promozione non ha senso, se avessi voluto la A/3 ci sarei rimasto senza rinunciarvi, poi col tempo vedremo cosa succede.
Nei prossimi giorni renderemo noti i programmi relativamente allo staff  tecnico e alle atlete che andranno a formare la rosa per la prossima stagione.

Sant'Orsola Team 98