giovedì 10 aprile 2014

La parola al Prof. Maurizio Mondoni

Mondoni e Luca, il bambino delle favelas
Appena rientrato da uno dei tanti convegni sul Minibasket, questa volta in Brasile, dall'1 all' 8 aprile, abbiamo deciso di intervistare il Prof. Maurizio Mondoni, di cui non pubblichiamo il consueto curriculum a corredo dell'intervista: uno perché non ha bisogno di presentazione tra gli addetti (ai giovanissimi consigliamo di informarsi sul web), due perché non basterebbe un libro per presentarlo, per cui lo presentiamo con un suo pensiero.

"Le filosofie di insegnamento del Minibasket sono tante: ogni Istruttore dovrebbe essere in grado di scegliere la propria. Io ho scelto la mia che si basa sulla didattica (animata dal pensiero e dalla riflessione), sul metodo, sulla motivazione e non solamente sugli esercizi. Non conta conoscere 100 esercizi di Minibasket per insegnare questo bellissimo gioco-sport, occorre conoscere a fondo i bisogni dei bambini e cercare di soddisfarli. La competenza di un Istruttore non è solo teorica o solo pratica, è invece l'unità inscindibile di teoria e pratica che si mescolano impercettibilmente tra loro e fanno scaturire l'apprendimento da parte dei bambini (capacità, conoscenze, competenze: queste dovrebbero essere le "3 C dell'Istruttore"). 
Prima di insegnare ad altri bisogna imparare ad imparare!!!
Dimenticavo......
l'APPRENDIMENTO è da sempre COGNITIVO, non è una scoperta degli ultimi anni!"


Prof. Mondoni, lei ha trascorso buona parte della sua vita a studiare ed insegnare il Minibasket a 360°, non trascurando nessun aspetto di questo gioco-sport, di cui è un profondo conoscitore e per questo ha girato il mondo. Quale è la nazione dove ha raccolto le maggiori soddisfazioni a trasmettere la sua metodologia?

In Italia ho iniziato nel 1975 una collaborazione part-time con Emilio Tricerri (allora presidente della Commissione Nazionale Minibasket) per tenere i Corsi di Istruttore Minibasket, poi nel 1981 son stato nominato Istruttore Federale Minibasket dalla F.I.P. Ho lavorato in Italia dal 1981 al 2001: 20 anni di Corsi, Convegni, Seminari, Clinic, Stages. Sono stati anni splendidi, ho dato tutto me stesso per la formazione degli Istruttori Minibasket, ho raccolto soddisfazioni incredibili, ma purtroppo nel 2002 il rapporto con la FIP è terminato!
Ho girato il mondo, ho portato il verbo del Minibasket dappertutto, sicuramente in questi ultimi anni le soddisfazioni maggiori le ho raccolte in Colombia, Cile, Uruguay, Argentina, Messico e Brasile. E non è finita!

Molto spesso si dimentica che il Minibasket è propedeutico del basket e per questo, meriterebbe di dedicarci più risorse, ma ciò non avviene perché molte società vedono il minibasket come fonte di guadagno (per coprire parte delle spese delle prime squadre) e affidano questi mini atleti ad ex giocatori o aspiranti allenatori senza competenze. Che messaggio vorrebbe inviare a queste dirigenze?

Io penso che il Minibasket non sia il basket, ma potrebbe diventarlo. Il Minibasket è un gioco-sport per i bambini/e dai 5 agli 11 anni che non deve essere una fonte di guadagno per le Società. I Dirigenti dovrebbero investire maggiormente nel Minibasket (palloni, piccoli attrezzi, canestri fissi e mobili, etc.) e affidare i bambini/e a Istruttori qualificati, a Istruttori-Educatori competenti che siano in grado di soddisfare le esigenze e i bisogni dei bambini e non “sfruttare” i bambini per esaltare le proprie capacità (vincere i tornei, esaltare il talento, andare sui media, etc.). 
Cari Dirigenti il Minibasket è una cosa seria e per questo sono indispensabili Istruttori preparati!

Per costruire una qualsiasi cosa, si parte sempre dalle fondamenta, una base larga su cui elevare. Questo concetto molto spesso non viene rispettato. Nel nostro caso il Minibasket rappresenta le fondamenta su cui costruire il nostro edificio, il Basket. Perché è così difficile far capire questo principio?

Se le fondamenta sono solide, si costruisce bene, se invece si va subito alla ricerca del talento e si trascurano tutti gli altri bambini, il tetto crolla. 
Io sono dell’idea che a 5-6 anni si debbano educare e sviluppare gli schemi motori di base dei bambini per trasformarli progressivamente in abilità motorie attraverso l’educazione e lo sviluppo delle capacità motorie individuali. Bisogna fornire ai bambini le “chiavi” per giocare, non per tecnicizzare i gesti e i movimenti. 
Sento spesso parlare di preparazione fisica per i bambini, di tecnicizzazione precoce, di lavorare per creare giocatori per le prime squadre. Penso che questa non sia la strada da seguire. Pazienza e rispetto dei ritmi di apprendimento dei bambini.
Più la base è larga e più possibilità esistono per praticare i giochi-sport (e tra questi anche il Minibasket). A 7-8 si può giocare 3 c 3 e poi progressivamente 4 c 4 e 5 c 5. Purtroppo dopo gli 11 anni molte Società fanno selezione e quindi perdono gran parte dei bambini che “escono” dagli Esordienti.

Istruttori e allenatori dimenticano spesso l'aspetto ludico di questo gioco, esasperando concetti che poco si addicono  a questo gioco-sport. Lei dice "cambiare il metodo di insegnamento del Minibasket e del Basket, rispettare i bambini e i giovani, no al tecnicismo precoce, sì agli Istruttori Educatori ". Come pensa di diffondere questo pensiero?

In Italia non ho voce in capitolo dal 2002, comunque a partire dal mese prossimo aprirò un BLOG e cercherò di diffondere il mio pensiero. 

Dopo tanti anni di studio, in base alla sua esperienza e le sue competenze, quale giudica che sia l'età giusta per i bambini di passare dalla fase ludica, alla fase sportiva vera e propria, fatta di tecnica e schemi di gioco?

Io penso che fino a 11 anni i bambini/e debbano solo giocare e divertirsi, non credo alla selezione precoce, è opportuno rispettare le fasi dell’apprendimento e…….c’è chi arriva prima, chi arriva dopo, chi arriva dopo dopo, ma…….. dobbiamo aspettarli tutti.

Per concludere, ringraziamo il Prof. Mondoni per la sua disponibilità ed insieme a lui diciamo....IO STO CON I BAMBINI.

di N.C.  Basket Sardegna

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