giovedì 27 giugno 2013

Cestisti con la valigia

Già da giorni meditavo di scrivere qualcosa sul futuro dei nostri giovani cestisti, perché in fondo a 19/20 anni sono giovani a tutti gli effetti: uno, perché molto spesso non gli è stata data l'opportunità di "invecchiare", due, perché lo sono in virtù di ciò che siamo abituati a vedere in giro. Coach Cordeschi, con un suo post su Facebook, mi ha dato lo spunto per pubblicare ciò che da tempo mi frullava per la testa e ho deciso di cambiare il titolo di questo post che doveva essere "Giovani cestisti crescono" in "Cestisti con la valigia"

Pubblichiamo qui sotto il post di coach Daniele Cordeschi:

Tanti anni addietro, in F1 , un importante giornalista creò la categoria dei " Piloti con la valigia". Costoro erano dei baldi giovani , ricchi oppure molto più capaci a procurare denari al team che a guidare bene una monoposto , ma proprio in virtù dei soldi procurati toglievano il posto a colleghi , magari molto più capaci tecnicamente ma , poveri o senza sponsor. Siamo certi che negli altri sport , anche dalle ns. parti , non succeda la stessa cosa?

Ogni anno assistiamo ad una emorragia di atleti che, per motivi dal di fuori incomprensibili, sono costretti a lasciare lo sport. Su questo argomento si potrebbe parlare all'infinito. Su internet gira da tempo un interessante articolo scritto da Mabel Bocchi su questo argomento, ma non è di questo  che intendo parlare.
Mi preme far notare che ogni anno decine e decine di ragazzi, arrivati alla soglia dei vent'anni, sono letteralmente scaricati dalla società che li ha formati. La domanda sorge spontanea,"ma le società hanno mai fatto un analisi del loro lavoro?". Mi viene il dubbio che in pochi l'abbiano fatto.
Si è concluso da pochi giorni il TROFEO SARDEGNA ed in tanti abbiamo potuto assistere alla finale U17M Basket Cecina - Antonianum. Senza nulla voler togliere ai ragazzi dell'Antonianum, ho visto una bella squadra composta da ragazzi del '97, dove tutti erano in grado di stare degnamente in campo, dove tutti sapevano quello che dovevano fare, allora penso: " Ma i ragazzi bravi nascono nelle altre città oppure diventano bravi perché lavorano diversamente?". Meditate gente, non si buttano via i ragazzi come sacchi della spazzatura, non dimentichiamoci che la spazzatura la creiamo noi stessi.
Si dice che campioni si nasce e questo è vero in parte. Ci sono ragazzi che nascono con una predisposizione per lo sport, che avrebbero successo in qualunque disciplina si cimentassero, ma questo non fa parte della norma. Ragazzi motivati possono migliorare facendo un lavoro adeguato e questa regola vale nello sport, quanto nella scuola e in generale nella vita. Perché allora da anni assistiamo a questo scempio? Perché non invertiamo la rotta? Perché non lavoriamo per alzare la famosa asticella? Perché ci domandiamo come mai oltretirreno prendiamo quasi sempre scoppole? E' colpa dei ragazzi che nascono "scarsoni" o la causa va cercata altrove? Forse, molto frettolosamente, si giudicano non idonei dei ragazzi, oppure come allude coach Cordeschi vanno avanti quelli che hanno maggiori "doti" ?
Anche quest'anno si è assistito al solito campionato di C Regionale che, a trattarlo bene, andrebbe chiamato "Jurassic Basket" perché, non me ne vogliano i pur bravissimi "anziani" che ci militano, ma i nostri ragazzi quando potranno mettere il piede in C se non gli si lascia lo spazio che meritano? Non si può giudicare un ragazzo per pochi minuti giocati nell'ultimo quarto.
Delle squadre classificatesi ai play off del campionato di C Regionale, quante avevano la copertura finanziaria per poter eventualmente affrontare la promozione in DNC? Forse solo Calasetta, ma allora dov'è sta lo scopo di avere giocatori prestigiosi, se non per fare da chioccia ai giovani, cosa che da anni non mi è parso di vedere? Dove si va se, dietro le prime squadre siamo privi di ricambi? E come intendiamo creare ricambi se, da piccoli non li buttiamo nella mischia e poi da "grandi" li scarichiamo senza che mai siano passati per la prima squadra?
Allora dico, non affrettiamoci a buttare la spazzatura che in tempo di crisi anche quella può essere riciclata.
Ci si stupisce quando ogni anno si ripropone il problema di organizzare il campionato di D Regionale, senza il quale, per regolamento, non è possibile disputare la C Regionale. Sembra assurdo che, con tanti ragazzi a spasso, ci si riduca a 7 squadre, con formule ad orologio, a pendolo e a cucù, con finali che ancora un po'  si decideranno a pari o dispari. Non nascondiamoci sempre dietro il fatto che i campionati costano troppo, perché i ragazzi sarebbero disposti anche a pagare una quota mensile pur di giocare. Ragazzi che, pur di non smettere, sono costretti a giocare in squadre di promozione, spesso con ex giocatori che si allenano una volta alla settimana quando va bene, in un campionato snobbato da tutti, diviso in due tronconi: Uno, quello di prime squadre costruite per tentare il salto di categoria e l'altro costituito da squadre di ex atleti con panza al seguito. 
Altra nota dolente, il campionato U21, e qui casca l'asino. Disputato rarissimamente, motivo? Per carenza di organico, perché gli atleti scaricati dopo l'U19 o hanno smesso o sono sparsi nei campionati minori e quei due o tre "buoni" sono in prima squadra e non più interessati ad un campionato giovanile.
Il classico discorso del cane che si morde la coda. Se sono scarsi non possono giocare, ma se non giocano non possono migliorare: allora dove sta la verità? Dove sta la soluzione? 
C'è sicuramente la necessità di fare autocritica e analizzare dove si è sbagliato sino ad ora, perché se i risultati di questo movimento sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti, è evidente che negli anni qualcosa si sia sbagliato.

di N.C. Redazione Basket Sardegna

2 commenti:

  1. di sicuro con le nuove regole sui tesseramenti la FIP vuole che questi ragazzi smettano di giocare e di amare questo sport. Sarebbe opportuno formare una nuova federazione per dare la possibilità a questi atleti di continuare a giocare.

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  2. le norme attuali sul tesseramento degli atleti sono decisamente molto inadeguate, a chi ama questo sport. Io avrei una proposta perchè non dividiamo i tesseramenti in due categorie. una dei più forti che hanno già avuto dei grossi traguardi e una seconda per il resto dei tesserati così diamo la possibilità anche a coloro che non sono super di continuare a giocare.e ad amare questo sport.

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