Statistiche e lavagnette...
Il “dogma”, comunque, non è assoluto, come nulla è assoluto in questa vita, se non il momento della nascita e quello della scomparsa: il resto è tutto relativo, come è relativa ogni nostra convinzione.
Dico questo in una riflessione a distanza con le giuste osservazioni di Coach Venuto, che ci espone un esempio per sottolineare l’importanza delle rilevazioni statistiche ed esorta a farne un ampio e corretto se non determinante uso.
Prima di fare uso delle statistiche e delle stesse lavagnette e di leggerne i numeri, mi permetto di suggerire, a chi ha compiti tecnici nella pallacanestro, di osservare, osservare ed osservare i propri giocatori, sia in partita che in allenamento, perché è da quella osservazione che si traggono gli elementi e gli spunti più significativi e diretti per valutare gli atleti.
Gli scout ed ancor più la somma statistica del rendimento di un giocatore, è una fotografia inanimata che non ci segnala i contorni dinamici di un giocatore, non ci dice quando e come ha tirato, come e quando è entrato in campo, con chi e contro chi è stato schierato, a quali compiti ed a quali tattiche ha dovuto rispondere e così via discorrendo.
E’ indubbio che sarebbe sufficiente il colpo d’occhio dell’allenatore, che già conosce la valenza, i limiti e le carenze del suo giocatore, per dare i giusti elementi di giudizio al termine di ogni suo impegno.
Non riteniamo che sia necessaria la statistica per dirci che Mason Rocca litiga con i tiri liberi e sarebbe meglio che giocatore ed allenatore lavorassero per modificare un inguardabile movimento meccanico.
I numeri, pur rappresentando una corretta fotografia del risultato in campo e del rendimento dell’atleta, vanno considerati come un ulteriore elemento di valutazione e non l’elemento di valutazione, perché (ad esempio) un 28% nel tiro da 2, ci dice che il giocatore è un realizzatore mediocre, ma non ci dice quale carenza tecnica ha nella scelta e nella esecuzione.
Molte volte un cattivo tiratore, con l’allenamento e l’applicazione, è divenuto un sufficiente o discreto esecutore - Pierluigi Marzorati ne è stato un chiarissimo esempio -; solo per citare un caso eclatante.
Mi direte che il Pierlo era un grande entratore, un raffinato passatore ed un sublime direttore d’orchestra, quindi non era “scartabile” per le sue carenze balistiche, ma non era certo il rosso alla voce tiro che ne poteva determinare il taglio e non stimolarlo a lavorare sulla meccanica del tiro.
Ben vengano, comunque, gli strumenti “moderni” delle lavagne e degli scouts, ma vanno gestiti e dominati, lasciando che siano gli occhi prima e la mente dopo ad individuare le lacune e ad elaborare le correzioni necessarie per migliorare il giocatore.
Coach Venuto afferma che un giocatore con i numeri dell’esempio non va confermato. Io credo che andrebbe migliorato, anche se è un elemento di una 1^ Squadra (anche professionistica).
Nelle giovanili, poi, lo scout e le lavagne le abolirerei per Regolamento !
I nostri giovani hanno già le “dannate” play station e le “ dannose” calcolatrici che escludono la loro testa dagli imput visivi, creando un black-out tra occhi e mani , “costringendoli” a rispondere agli stimoli del campo con riflessi condizionati e non con scelte determinate.
Lavagne e Statistiche, come già detto, sono strumenti mederni ed utili, ma diamogli l’importanza che hanno e non quello di strumento assoluto sulla via del miglioramento tecnico e della selezione oggettiva.
Il Coach deve avere la capacità di osservare, apprendere, maturare, applicare e correggere secondo la sua testa e non secondo i numeri; questi vengono molto dopo e servono più a sottolineare le colpe di una sconfitta che a migliorare gli atleti e sono utili solo se usati con la dovuta sapienza.
Coach Venuto ha tutto il mio apprezzamento per la passione e la preparazione che mostra, ma non sarei così assolutista nel “proclamare” le statistiche e le lavagnette quali elementi primari per la scelta dei giocatori e la gestione di una partita.
Sarebbe quindi molto interessante ed utile conoscere altri pareri sul TEMA e vedere se la tendenza è verso un basket sempre più “tecnologico” od il recupero di una pallacanestro, un tempo, piacevolmente “Istintiva e Fantasiosa”, condita da fondamentali e da una una tecnica individuale di alto livello.
Carta & Gesso a tutti.
Fonte : pianetabasket.com