Nato nel 2017, anno della fondazione della società, il gruppo integrato è stato fin da subito il cuore pulsante del progetto sportivo. Negli anni si sono aggiunte una squadra femminile, una maschile e un gruppo di amatori, quest’ultimo purtroppo costretto a interrompere l’attività a causa della cronica carenza di palestre in città, una difficoltà che ancora oggi ostacola lo sviluppo dello sport di base. Eppure, il gruppo integrato continua a rappresentare la radice e l’anima del progetto: un mosaico di atleti e atlete di età diverse, con o senza disabilità, uniti dalla stessa passione per il basket e dal desiderio di condividere tempo ed emozioni.
A otto anni dalla sua nascita, questa esperienza è riconosciuta come un autentico modello di inclusione sociale: non solo allenamenti, ma anche amicizie, legami profondi e sostegno reciproco, che hanno contribuito a rafforzare il senso di comunità nel quartiere di San Michele.
«Sin dal primo giorno – racconta il presidente e allenatore Alberto Garau – il nostro obiettivo è stato quello di creare un ambiente sereno e accogliente, in cui lo sport sia occasione di crescita, condivisione e inclusione. Vogliamo che ogni persona si senta parte integrante del gruppo e viva con entusiasmo e serenità questa esperienza».
Garau rivolge poi un ringraziamento speciale a Padre Paolo Azara: «Con grande disponibilità ci accoglie nella palestra dell’Oratorio, sostenendo in modo concreto il nostro progetto».
Infine, un invito aperto a tutti: «Nessuno deve restare escluso per motivi economici: chi si trova in difficoltà potrà partecipare gratuitamente. Le porte sono spalancate anche a chi non ha disabilità o non ha mai giocato a basket: qui c’è posto per tutti».
Una realtà che, nel cuore di San Michele, è ormai un punto di riferimento. Un progetto che dimostra come il basket possa essere molto più di un gioco: un mezzo per costruire comunità, promuovere inclusione e trasmettere valori autentici alle nuove generazioni.

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