“E’ un progetto – ha spiegato Giovanni Lucchesi – davvero importante perché c’è una grande fame da parte delle ragazze di imparare la pallacanestro, ma soprattutto, qui come altrove, di stare assieme in particolare con coetanee che, talvolta, non si conoscono e che vedono per la prima volta. Tecnicamente, invece, stiamo lavorando per tentare di dare a loro degli spunti per andare su una determinata strada e cercare soprattutto di seguirla, in vista soprattutto di ciò che sarà il loro cammino di crescita nei confronti della pallacanestro”.
Un progetto che ha coinvolto le ragazze, ma anche le società e i genitori che hanno preso di buon grado l’iniziativa..
“Sono stati tutti molto gentili e disponibili, ma questa è la grande forza della nostra pallacanestro. Occorre infatti partire dalle società, in particolare quelle che svolgono anche attività femminile, che fanno sforzi non indifferenti”.
Eppure il movimento, soprattutto quello femminile è in continua crescita…
“Si è vero, in particolare nel minibasket i numeri sono in costante aumento, in generale su tutto il territorio, anche in quelle regioni d’Italia meno brillanti. Quest’anno c’è una realtà proprio a livello di minibasket davvero interessante che deve comunque convogliare in società. Non solo numeri in assoluto di tesserati, ma anche un costante aumento delle società. Più aumentano e, di conseguenza maggiore è l’attività che fa crescere ulteriormente tutto il movimento”.
Ma quanto si potrà vedere una futura Cecilia Zandalasini?
“Purtroppo c’è questa abitudine di identificare un movimento con una persona. Cecilia è una ragazza fantastica. Una straordinaria persona e una grandissima giocatrice, però noi dovremo avere l’ambizione di avere più punti di riferimento, più Cecilia Zandalasini, più Matilde Villa, più Giorgia Sottana e tante altre, alle quali le giovani atlete si possano ispirare. Nel maschile i punti di riferimento sono i giocatori dell’NBA, nel femminile i punti di riferimento sono le nostre migliori atlete, che indossano la maglia della Nazionale, ma anche quelle dei Club”.
Photo Marcello Spina
Ufficio Stampa Fip Sardegna
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