Con l'articolo/intervista dedicato a Giuseppe Floridia ho deciso di portare avanti un progetto che da tempo mi balenava per la
mente, ma che, il poco tempo a disposizione, mi aveva impedito di realizzare, un nuovo ciclo di "A tu per tu con i protagonisti" dedicato a quei
"giovani cestisti" che si stanno mettendo il luce, ai quali spetta il
compito negli anni di prendere il posto dei loro compagni più titolati che, per
motivi anagrafici, dovranno appendere le scarpette al chiodo.
Il mio prescelto di oggi è Mattia Pipiciello, playmaker classe 98,
cresciuto cestisticamente in una società che per anni ha dato lustro al basket
sardo, la Santa Croce Olbia. Mattia porta addosso un fardello pesante, quello
di allenarsi e giocare in quella palestra dove ha mosso i suoi primi passi un
ragazzino di nome Luigi per tutti "Gigi" che, a suon di canestri è
arrivato sull' Olimpo del basket mondiale. Ma, per Mattia, questo non è né un
peso né un handicap anzi, è uno stimolo per cercare di dare sempre di
più.
Andiamo ora a conoscer meglio Mattia che ci racconterà come e quando è iniziata la sua
avventura nella palla a spicchi.
Sono Mattia Pipiciello, nato a Olbia il 09 settembre 1998, frequento la
classe V del corso C.A.T. ( ex Geometri), playmaker di cm 1,79.
La mia avventura nel mondo del basket sardo è iniziata alla tenera età di
cinque anni, quando la mia madrina mi portò al palazzetto “Roberto Datome” in
zona Bandinu a Olbia, per seguire una seduta di allenamento di mia cugina
“grande”, allora baskettara, ma tutt’oggi pallavolista in A2.
Era la stagione sportiva 2003/2004 e la società SANTA CROCE BASKET OLBIA
viveva un momento molto importante perché la sua “prima squadra” disputava il
campionato di serie B1 ai massimi livelli. Nella palestra, durante gli
allenamenti, si assaporava la passione e la dedizione con la quale tutti,
atleti e coach, si impegnavano per raggiungere i massimi risultati. E
quest’aria non poteva restare indifferente ad un bambino di cinque anni, come
ero io, e a tutti i suoi compagnetti, tanto che, una volta finito il nostro
allenamento, si restava in palestra a seguire quello dei “grandi” ed era
bellissimo vedere l’impegno col quale decidevano le strategie di gioco e col
quale studiavano in campo la “difesa”. Ogni giorno cresceva il mio impegno ed
ogni giorno mi recavo sempre più spesso e felice in palestra per gli
allenamenti, senza che nulla e nessuno mi distogliesse dalla mia vera passione:
il basket.
Da allora, attraverso tutte le varie categorie esordienti, minibasket,
allenate da Gianni Loi, e fino ad oggi non ho mai smesso di palleggiare con i
miei compagni di squadra e di sventura.
Per questo, ringrazio la mia madrina ed in generale la mia famiglia tutta,
che mi è stata vicino, anche quando, pur di stare con i miei compagni di
scuola, che praticavano il calcio, volevo smettere col basket e cambiare sport.
In quell’occasione, mio padre mi consigliò di non mollare e di continuare ad
inseguire il mio sogno.
Ovviamente oltre alla tua madrina ci saranno state, in tutti questi anni,
altre persone che hanno incrementato questa tua passione.
Certo, ringrazio fortemente tutti i coach che ho incontrato nella
mia, seppur breve, carriera e che hanno, col loro contributo, fatto sì che
migliorassi ogni giorno di più, fino ad arrivare ad appassionarmi al basket:
Antonello Civiletti, Alessandro Galli, Alberto Brembilla, Gianni Loi, Salvatore
Franzini, Pietro Carlini e Alessio Lai. I primi quattro hanno contribuito alla
mia formazione di minibasket, mentre con Salvatore Franzini e gli altri a
seguire è iniziata la mia preparazione con la categoria “giovanili”, fino a
tutt’oggi con la prima squadra.
Nella stagione sportiva 2010/2011, all’età di 13 anni, iniziò anche la mia
esperienza con la rappresentativa sarda, per la quale, dopo tanti allenamenti iniziati
in una palestra di Nuoro con ben altri 50 atleti, si arrivò a restare solo in
12, per partire alla volta di Bormio, in occasione del “trofeo Bulgheroni”.
Nella stagione 2011/2012, iniziai ad allenarmi con la prima squadra con il
coach Pietro Carlini, ma, non potendo giocare in campionato per via della mia
giovane età, mi limitavo ai soli allenamenti. Però, già allenarmi con questi
atleti molto più bravi di me e che avevano giocato in serie B, era un bel
traguardo. In quell’anno la squadra era composta dai cugini Datome, Roberto e
Tullio, Riccardo Bernardi, Alessandro Pinna, Giovanni Masala, Contigiani, Piga,
Piero Rondoni.
Sempre nella stessa stagione sportiva, nel campionato under 15 arrivammo
tra le prime quattro squadre sarde e gli allenatori erano Alessio Lai e Pietro
Carlini.
Dopo qualche anno, nella stagione sportiva 2013/2014, con l’allenatore
Salvatore Franzini, disputammo il campionato di serie D e lo vincemmo.
Naturalmente essendo ai primi anni con una squadra senior, prendevo il posto
come under e fu così per ben due stagioni. Poi, piano piano, iniziai a
ritagliarmi qualche spazio, che poi si rivelò molto importante, tanto che
nell’anno successivo, diventai secondo play, cambio di Roberto Datome.
Anche nella stagione sportiva 2014/2015 vincemmo il campionato di serie D,
mentre nella stagione 2015/2016 partecipammo per la prima volta al campionato
di serie C, sempre con l’allenatore Franzini e finalmente iniziai a giocare più
frequentemente (25/30 minuti a partita).
Quest’anno, stagione 2016/2017, finalmente gioco come titolare, nella prima
squadra, disputando per il secondo anno di seguito il campionato di serie C.
Si, la mia avventura nel basket sardo, non si è limitata al ruolo di
playmaker. Infatti, sia nella stagione sportiva 2014/2015, che in quella
successiva, ho svolto il ruolo di assistente di Gianni Loi con la categoria
minibasket, che mi ha arriccchito molto da un punto di vista emotivo, perché
lavorare con i bambini è sempre molto edificante. Da tale esperienza ne è
scaturita una mia successiva collaborazione, sempre come mini-allenatore, al
“Bimbumbam basket Camp”, organizzato dal coach Gianni Loi a Terralba, che da
ormai 2 anni mi tiene impegnato tutto il mese di luglio.
Ci sono persone che vuoi ringraziare in modo particolare?
I miei ringraziamenti vanno soprattutto alla famiglia DATOME, la mia
seconda famiglia, ed in particolare a Tullio e Robertino, con i quali tutt’ora
mi alleno ed insieme portiamo alta la bandiera della società SANTA CROCE BASKET
OLBIA, nel campionato serie C Silver, per la disponibilità e la continua
presenza, sia in campo, che fuori dal campo, che mi ha permesso di crescere
fisicamente, atleticamente, ma anche mentalmente, correggendomi costantemente e
consigliandomi nei mie percorsi, come ad un fratello minore.
E come non ringraziare la società SANTA CROCE BASKET OLBIA, che mi ha
sempre sorretto e accompagnato nella mia crescita professionale, fino a
diventare il “piccolo professionista” che sono ora, credendo sempre in me e
nelle mie capacità.
Ma il mio ringraziamento speciale va a lui, il mio idolo: GIGI DATOME.
Con lui ho avuto il piacere e l’onore di trascorrere molte sedute di
allenamento, nella palestra di famiglia, o all’aperto, nel campetto antistante,
nelle serate estive, quando lui, in vacanza in Sardegna, a Golfo Aranci, mi
chiamava e mi chiedeva se avevo voglia di fare “due tiri”. E quando leggevo il
suo nome sul cellulare, per me era “una festa”.
Si, Anna Quattrone, "a lei dedico le mie prossime vittorie, i mie
prossimi allenamenti e tutte le mie prossime esperienze cestistiche, perchè
Anna per me è stata come una seconda mamma, una sorella maggiore, una cara zia,
lei c'era sempre quando mi allenavo, quando giocavo, sia in casa che fuori
casa, mi seguiva dappertutto, anche se non sempre fisicamente, mi dava
conforto, mi incitava a fare sempre meglio, a lei devo gran parte della mia
passione per il basket, grazie Anna, ora so che dal Cielo mi vedi e mi
proteggi"...
Con questa dedica ad una persona speciale, si chiude la nostra chiacchierata
con Mattia, a cui auguriamo una brillante carriera.
di N.C. Basket Sardegna
di N.C. Basket Sardegna
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