Vasconi, il basket femminile? «Un grande amore in crisi»
La storia del Sant’Orsola non è solo una storia di
sport, ma anche una parte importante della storia di Sassari e dei suoi
abitanti. Con Nereo Vasconi, attuale presidente della società sportiva,
l’abbiamo ripercorsa sin dai suoi inizi, datati anni ’70.
L’allora Sporting Club Sant’Orsola disponeva di un
campo all’aperto nel quale sono cresciute intere generazioni di atleti, basti
pensare a Nunzia e Roberta Serradimigni, le quali hanno onorato
il basket sassarese su tutti i campi della penisola, anche con la maglia della
nazionale.
Alla fine degli anni ’80 venne costruito il Pallone
come primo passo per un centro di aggregazione dove si potessero anche
disputare le gare di campionato, ma dopo pochi anni durante una giornata di
vento, considerando che erano le prime strutture del genere in Italia, il
pallone volò e insieme a lui i sogni di molti giovani. Un’altra tegola sul
sipario della pallacanestro cittadina fu la cessione dei titoli sia della
squadra femminile sia di quella maschile, per far disputare campionati
superiori a terze società.
“A questo punto – ci racconta Nereo – subentra
nell’anno 2000 il sottoscritto a prendere le redini del nuovo Sant’Orsola
Team 98 che disputava il campionato di Serie B femminile; lo stesso
ha fatto un paio di anni dopo Giuseppe Bellino col maschile fondando il
Sant’Orsola Basket. Da lì iniziano i miei problemi e le mie soddisfazioni col
basket femminile, coinvolgendo tutta la famiglia a gestire le gioie e le
fatiche di un campionato nazionale. Ho sempre seguito tutte le trasferte in
giro per l’Italia, non mi sono perso una gara”. Per la passione questo e altro.
“Siamo arrivati due volte a un passo dalla promozione in A/2, nel 2002/03 dopo
un testa a testa durato tutto il campionato con la Virtus Cagliari e nel
2005/06 quando venne promossa in A/2 Crema e noi avevamo una squadra
femminile che credo Sassari non abbia mai avuto, ma che si arrese a causa di
infortuni e incidenti vari proprio sul traguardo”.
Tre anni fa la scelta di rinunciare al campionato nazionale
di A/3 e di chiedere l’iscrizione al campionato di Serie B regionale,
utilizzando le giovani del proprio vivaio, con la sola Gabriella Loriga
che unica superstite del nucleo storico “ha accettato la mia proposta, mi è
stata a fianco nel delicato progetto di rinascita e da tre campionati è la
miglior realizzatrice della B”.
I ricordi più belli?
“Il basket mi ha arricchito
molto, le amicizie cresciute sui campi di basket sono per sempre. Io e mia
moglie Mavi ci siamo conosciuti a quindici anni su un campo di basket,
entrambi come giocatori, e siamo ancora in palestra insieme ai nostri figli per
cercare di far vivere alle nostre ragazze le stesse emozioni che abbiamo
vissuto noi.”
Qual è la situazione attuale del basket femminile?
“Oggi è in crisi profonda, ma nei fatti lo è sempre stata, perché considerata
inferiore e poco attrattiva rispetto al maschile. Ho sempre sostenuto la
necessità di lavorare sui vivai, di formare tecnici e dirigenti e ridurre le
tasse gara, penso ai premi Nas che hanno ucciso alcune società. Credo che si
debba coinvolgere gli sponsor in nuovi modi e far capire che anche col
femminile possono trovare soddisfazioni. Ho sempre detto al Comitato
Regionale Fip, del quale ho fatto parte anche come vice presidente, e l’ho
ribadito anche di recente a Bruno Perra in occasione della sua conferma alla
Presidenza regionale, che è utile e urgente creare una commissione a livello
regionale che lavori sul fenomeno femminile coinvolgendo dirigenti, tecnici e
giocatrici”.
di Laura Fois
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