giovedì 8 dicembre 2016

Il Presidente romantico

Vasconi, il basket femminile? «Un grande amore in crisi»

La storia del Sant’Orsola non è solo una storia di sport, ma anche una parte importante della storia di Sassari e dei suoi abitanti. Con Nereo Vasconi, attuale presidente della società sportiva, l’abbiamo ripercorsa sin dai suoi inizi, datati anni ’70.

L’allora Sporting Club Sant’Orsola disponeva di un campo all’aperto nel quale sono cresciute intere generazioni di atleti, basti pensare a Nunzia e Roberta Serradimigni, le quali hanno onorato il basket sassarese su tutti i campi della penisola, anche con la maglia della nazionale.

Alla fine degli anni ’80 venne costruito il Pallone come primo passo per un centro di aggregazione dove si potessero anche disputare le gare di campionato, ma dopo pochi anni durante una giornata di vento, considerando che erano le prime strutture del genere in Italia, il pallone volò e insieme a lui i sogni di molti giovani. Un’altra tegola sul sipario della pallacanestro cittadina fu la cessione dei titoli sia della squadra femminile sia di quella maschile, per far disputare campionati superiori a terze società.

“A questo punto – ci racconta Nereosubentra nell’anno 2000 il sottoscritto a prendere le redini del nuovo Sant’Orsola Team 98 che disputava il campionato di Serie B femminile; lo stesso ha fatto un paio di anni dopo Giuseppe Bellino col maschile fondando il Sant’Orsola Basket. Da lì iniziano i miei problemi e le mie soddisfazioni col basket femminile, coinvolgendo tutta la famiglia a gestire le gioie e le fatiche di un campionato nazionale. Ho sempre seguito tutte le trasferte in giro per l’Italia, non mi sono perso una gara”. Per la passione questo e altro. “Siamo arrivati due volte a un passo dalla promozione in A/2, nel 2002/03 dopo un testa a testa durato tutto il campionato con la Virtus Cagliari e nel 2005/06 quando venne promossa in A/2 Crema e noi avevamo una squadra femminile che credo Sassari non abbia mai avuto, ma che si arrese a causa di infortuni e incidenti vari proprio sul traguardo”.

Tre anni fa la scelta di rinunciare al campionato nazionale di A/3 e di chiedere l’iscrizione al campionato di Serie B regionale, utilizzando le giovani del proprio vivaio, con la sola Gabriella Loriga che unica superstite del nucleo storico “ha accettato la mia proposta, mi è stata a fianco nel delicato progetto di rinascita e da tre campionati è la miglior realizzatrice della B”.

I ricordi più belli? 
“Il basket mi ha arricchito molto, le amicizie cresciute sui campi di basket sono per sempre. Io e mia moglie Mavi ci siamo conosciuti a quindici anni su un campo di basket, entrambi come giocatori, e siamo ancora in palestra insieme ai nostri figli per cercare di far vivere alle nostre ragazze le stesse emozioni che abbiamo vissuto noi.”

Qual è la situazione attuale del basket femminile? 
“Oggi è in crisi profonda, ma nei fatti lo è sempre stata, perché considerata inferiore e poco attrattiva rispetto al maschile. Ho sempre sostenuto la necessità di lavorare sui vivai, di formare tecnici e dirigenti e ridurre le tasse gara, penso ai premi Nas che hanno ucciso alcune società. Credo che si debba coinvolgere gli sponsor in nuovi modi e far capire che anche col femminile possono trovare soddisfazioni. Ho sempre detto al Comitato Regionale Fip, del quale ho fatto parte anche come vice presidente, e l’ho ribadito anche di recente a Bruno Perra in occasione della sua conferma alla Presidenza regionale, che è utile e urgente creare una commissione a livello regionale che lavori sul fenomeno femminile coinvolgendo dirigenti, tecnici e giocatrici”.

di Laura Fois 

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