Mai il proverbio "non tutti i mali vengono per nuocere" è stato più azzeccato. Ebbene si, in un campionato privo di stimoli per l'assenza dei playoff, siamo riusciti comunque a trovare spunti interessanti. Ne abbiamo approfittato per osservare il campionato sotto un altro occhio, notando che mai come quest'anno, per ovvi motivi, sia aumentata la presenza degli under. Ragazzi in prospettiva, affiancati da giocatori esperti. E' da qui che volevamo partire. In ogni squadra, in linea di massima, ci sono uno o più veterani che servono al coach per dare più spessore al roster, però nell'ottica della crescita dei giovani, questi elementi dovrebbero avere il ruolo di chioccia per i più piccoli. Purtroppo questo non è da tutti.
Non abbiamo ritenuto opportuno stilare una classifica di chi meglio ha recitato questo ruolo ma, abbiamo deciso di assegnare un attestato virtuale a chi, a nostro modesto parere, è stato il "miglior giocatore del campionato", Nicola Elia. Un riconoscimento che va aldilà del rendimento in campo, non trascurabile nel suo caso, ma soprattutto per l'atteggiamento mostrato. Un esempio da imitare per i nostri giovani. Un mix di umiltà, correttezza, lealtà e generosità, rispettoso dell'avversario e dei direttori di gara. Sempre a disposizione della squadra, sempre pronto ad aiutare i più giovani, dispensando consigli. Allenatore in campo, cervello e cuore della squadra. Il giocatore che tutti i coach vorrebbero avere in squadra.
Non abbiamo ritenuto opportuno stilare una classifica di chi meglio ha recitato questo ruolo ma, abbiamo deciso di assegnare un attestato virtuale a chi, a nostro modesto parere, è stato il "miglior giocatore del campionato", Nicola Elia. Un riconoscimento che va aldilà del rendimento in campo, non trascurabile nel suo caso, ma soprattutto per l'atteggiamento mostrato. Un esempio da imitare per i nostri giovani. Un mix di umiltà, correttezza, lealtà e generosità, rispettoso dell'avversario e dei direttori di gara. Sempre a disposizione della squadra, sempre pronto ad aiutare i più giovani, dispensando consigli. Allenatore in campo, cervello e cuore della squadra. Il giocatore che tutti i coach vorrebbero avere in squadra.
Prima di procedere alle domande della rubrica "A tu per tu con i protagonisti", pubblichiamo il suo lungo curriculum nei campionati nazionali.
1993/1994 Basket Quartu (C1)
1994/1995 Basket Quartu (C1)
1995/1996 Esperia Cagliari (B1)
1996/1997 Oristano (C1)
1997/1998 Esperia Cagliari (B2)
1998/1999 Olbia (B2)
1999/2000 Brindisi (B1) - da Gennaio 2000 Giulianova (B2)
2000/2001 Bergamo (B2)
2001/2002 San Severo (B2)
2002/2003 La Maddalena (C1)
2003/2004 Gualdo Tadino (C1)
2004/2005 Arezzo (C1)
2005/2006 Arezzo (B2)
2006/2007 Arezzo (B2)
2007/2008 Arezzo (B2)
2008/2009 Torre de’ Passeri (C1)
2009/2010 Torre de’ Passeri (B2)
2010/2011 Roseto degli Abruzzi (C1)
2011/2012 Roseto degli Abruzzi (B2)
2012/2013 Giulianova (C1)
2013/2014 Accademia Pirates (DNC)
2014/2015 Accademia Pirates (DNC)
Nella tua carriera hai girato in lungo e in largo la penisola. Qual è la città che, sia dal punto di vista affettivo che cestistico, ricordi con maggior affetto?
Ho girato tanto e mi sono trovato benissimo ovunque a livello affettivo, direi Torre dei Passeri, Gualdo Tadino e Arezzo a pari merito, troppi affetti per sceglierne solo una.
Cestisticamente Roseto degli Abruzzi, una piazza importante, esigente non adatta ai mercenari o a chi non sopporta la pressione, sei sempre in discussione, ma quello che ti da in cambio e' unico e indimenticabile tifoseria da A1.
All'Accademia sei il giocatore con maggiore esperienza e, come tale, oltre al ruolo di giocatore, hai il compito di aiutare i più giovani a crescere. Come ti senti in questo ruolo?
Sapevo quale era il mio ruolo quando sono arrivato e mi piaceva. Spero di averlo fatto al meglio, sicuramente aiutato da tante persone ma, uno su tutti, Marco Sassaro, allenatore sottovalutato e grande persona.
Sono estremamente competitivo ma il mio interesse non era impormi come giocatore bensì aiutare a crescere i giovani e lasciare loro qualcosa che, purtroppo, non hanno tante possibilità di confrontarsi, fare esperienza e apprendere in giro per l'Italia come l'ho avuta io.
Sono tante le persone che dovrei ringraziare per avermi aiutato e instradato, su tutti ti cito solo quelli sardi che mi hanno aiutato a varcare il tirreno, maestri di basket e di vita, Mauro Tibosini, Sandro Muscas, Bruno Perra, Pietro Carlini e Gianni Loi.
Oltre alle doti tecniche, quali altre doti bisogna avere per essere un buon giocatore?
Il talento e' fondamentale ma non basta.
Il saper stare in un gruppo e' altrettanto importante perché si tratta di uno sport di squadra fatto di individui completamente diversi tra loro. Sacrificio, orgoglio, cuore, ostinazione, personalità e competitività, sono qualità che non si allenano ma non possono mancare se vuoi provare a importi, Gigi Datome insegna.
In campo giovanile che differenze vedi tra il basket dei tuoi tempi e quello odierno?
Forse già nei miei anni di giovanili iniziava il declino e il calo della qualità dei giocatori e adesso ne paghiamo le conseguenze con un vuoto generazionale di quasi 20 anni, ma quello che non vedo in tanti giovani di oggi e' la voglia di fare sacrifici, superare le difficoltà , i ragazzi hanno poca "fame"
Tutti vogliono arrivare in NBA ma nessuno ha voglia di fare 2 allenamenti al giorno, di vivere per il basket sacrificando tutto il resto (uscite, viaggi con gli amici etc....)
L'unica scusante che posso dare loro è che il panorama cestistico italiano, in particolare quello sardo, non gli permette di sognare e di mettersi alla prova in un palcoscenico più importante di quello attuale. Qualche ragazzo interessante c'e', pero' ne vedo pochissimi, pronti solo a provare il salto ......spero di sbagliarmi
Cestisticamente parlando, cosa c'è nel futuro di Nicola Elia?
Il mio futuro cestistico e' incerto, amo questo sport, vorrei continuare a giocare e ad allenare i miei fantastici bimbi dell'Accademia, mi piacerebbe farlo al massimo delle mie possibilità e con il massimo impegno ma le priorità adesso sono il lavoro e la famiglia. Se rimanesse tempo da questi due impegni, valuterò cosa fare.
A chiusura di questa intervista se vuoi puoi ringraziare qualcuno o dire a chi va il tuo pensiero.
Sicuramente ai compagni di squadra a cui sono molto legato e a cui ho cercato di rubare qualcosa a livello tecnico e caratteriale. Mi hanno aiutato a migliorare come uomo e come giocatore, ne cito solo una ventina ma sarebbero un centinaio come minimo.
Pedrazzini, Galetta, Puggioni, Dessi, Marconato, Rossi, Schiffini, Glushov, Gallerini, Radaelli, Fucek, La Torre, Gnaccarini, Caruso, Graberi, Giarletti, Di Gennaro, Musso, Tavelli, Peretti e Garofoli.
Ringraziamo Nicola Elia per la sua disponibilità, gli facciamo ancora i complimenti per l'ottimo campionato disputato, augurandogli in un prossimo futuro, una brillante carriera da coach, perchè è di persone come lui che il nostro basket ha bisogno.
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