venerdì 10 ottobre 2014

GSO Basket Elmas : L'intervista doppia, Atzeni-Aresu

Sono giunte a Elmas forse per caso, forse perché hanno colpe da espiare e devono fare un percorso spirituale tra anime problematiche. Fatto sta che appena arrivate hanno sconvolto il panorama esistente masese e anche i nostri equilibri (si fa per dire) post-allenamento e partite. "Andiamo a mangiare dal caddozzone, andiamo a berci una cosa, andiamo là e poi ti riporto io a casa, passiamo agli Spiriti". Non c'è pace.

Roberta Aresu, classe 1985, e Giulia Atzeni, classe ’87, hanno già dato grandi soddisfazioni ai colori biancoblù. Soprattutto Giulia, tra il 2° e il 3° quarto della partita inaugurale di campionato contro San Francesco Ittiri (ma come già è stato rimarcato: “i retroscena sono solo per pochi intimi”). Senza dimenticare le emozioni che ci trasmettono i pantaloncini fosforescenti che Aresu sfoggia allenamento dopo allenamento. Sflescianti. 

Facciamoci un attimo gli affari loro prima di sottoporle al tedio del rito d’iniziazione dell’intervista doppia. 

Roberta Aresu, nata a Cagliari il 23 maggio 1985 (segnate, un altro compleanno da festeggiare a maggio!) si innamora della palla a spicchi a 7 anni e inizia a giocare
per tre anni sotto casa, a La Palma. Le giovanili sono tutte virtussine, fino all’ultimo anno Juniores in cui oltre a quello di via Pessagno calca il campo della Ferrini Quartu in Serie C, vincendo il campionato. Rimane alla Ferrini fino al 2008 prima di approdare sulla sponda giallonera del San Salvatore Selargius in B1 nazionale. Si prende una pausa dal parquet di due anni prima di riprendere a giocare al Condor e l’anno successivo al Panda. Nel campionato 2014\2015 veste la maglia n° 18 del G.S.O. Basket Elmas. 

Giulia Atzeni, nata a Cagliari il 14/02/87, ha iniziato a giocare a basket sin dalla 1° elementare. Trafila delle giovanili alla Condor, dove ha vinto il campionato regionale Juniores. B regionale e nazionale sempre a Monserrato, poi l'A2 a Elmas. Un anno ferma, poi la B regionale alla Ferrini con la collega Aresu, in seguito B nazionale al San Salvatore, un anno di pausa perché le piace così e l'ultimo al Cus di Roma, dove ha studiato e si è laureata. 

1. Ma cosa ci fai a Elmas?
Giulia: Avevo voglia di rimettermi in campo e tra tutte le società, l'Elmas mi sembrava la più allettante!
Roberta: Mi mancava. Ho giocato quasi ovunque e ad Elmas non ero mai stata. Scherzi a parte, coach e società cercavano un medico, un giullare di corte, un’organizzatrice di eventi e, eventualmente, una giocatrice per completare la loro squadra. 

2. Cosa ti aspetti da quest'anno e da questa squadra?
Giulia: Personalmente mi auguro di rendermi conto di saper ancora giocare a basket e di poter stare ancora in campo, non come ai vecchi tempi perche oramai di anni ne ho 27, ma di potermela ancora giocare. Dalla squadra? Beh, siamo una bella squadra, e mi aspetto di arrivare tra i primi posti anche se quest'anno secondo me siamo tutte allo stesso livello più o meno. 
Roberta: Da quest’anno cestistico mi aspetto di masticare, insieme alle mie vigorsol, più parquet. Dalla squadra nuove compagne con cui divertirmi. Vincere viene da sé. Se poi non dovesse essere così automatico, che  davvero non manchi il divertimento! I

3. Cosa è stato il basket per te e cosa rappresenta ora?
Giulia: In passato vivevo di basket. Allenamenti su allenamenti, finali, tornei, e ogni anno non vedevo l'ora di riniziare dopo l'estate. Poi cresci e capisci che di basket non si puo' vivere e quindi si ridimensionano le cose, ma rimane ovviamente la passione.
Roberta: il basket per me è stato sostituto della ginnastica ritmica a cui poco ero portata e alternativa al calcio, al quale mia madre mai mi avrebbe fatto giocare. Subito dopo è stata la ragione per cui tutti iniziano a far sport da piccoli: imparare a rispettare le regole, ad esser coordinati, a socializzare, a saper vincere e perdere... Poi quella per cui tutti, indubbiamente coloro che non sfondano nel mondo dello sport, continuano a praticarlo: tenersi in forma, stringere rapporti, condividere un obiettivo, tentare di vincere o raggiungere il miglior risultato. Non è chiaro invece cosa sia ora il basket per me. Considerando che non gioco perché forte, né per mantenermi in forma o impegnata o perché abbia l’età giusta, penso più semplicemente perché, cresciuta con lui, non accetti di poterne fare a meno. E, in effetti, è così.

5. Vuoi aggiungere qualcosa?
Giulia: Mmm.... No. Sono di poche parole!
Roberta: Grazie per le domande, non ho altro da dire. Ahah! Anzi, ancor più ironicamente, voglio aggiungere che avrei risposto più facilmente al cosa non ti aspetti da questa squadra... Un’intervista!

6. Visto che siete amiche del cuore, cosa ci vuoi dire della tua compare?
Giulia: Beh chi la conosce sa di quale "personaggio" si parla, chi non la conosce non sa quello che si perde!! Per me e' la numero uno.
Roberta: Sempre state avversarie. Ancora rosica per ogni finale juniores persa contro la Virtus, fingendo di non  ricordarne alcuna, se non l’unica vinta. Al terzo anno di basket da compagne e qualcuno di più di amicizia, posso dire di lei sia adorabile. Ma anche una testuggine. Sì, è una testuggine. Ma anche adorabile.

Fonte: GSO Basket Elmas

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