La Dinamo vista da..Dick Diener |
Il padre di Drake, zio di Travis ed esperto
allenatore di pallacanestro a livello di High School nel Winsconsin, è in
Sardegna e segue sugli spalti le sedute di lavoro biancoblu
Questione di famiglia. Drake
Diener è al sesto anno in Italia, primo in maglia sassarese e terzo agli
ordini di coach Meo Sacchetti: ad un passo dai 2000 punti realizzati in
Lega A è certamente uno dei giocatori più concreti e letali del campionato.
Travis Diener, suo cugino, da due stagioni è la mente del
quintetto Dinamo Banco di Sardegna, già stella Nba e playmaker di tecnica
sopraffina e talento purissimo. Giocano assieme a distanza di oltre 10 anni
dall'ultima volta in cui, al liceo Goodrich negli States, facevano parte dello
stesso roster, allenati da coach Dick
Diener, il padre di Drake, lo zio di Travis, uno dei tanti esponenti di una famiglia con la
grande passione per la palla a spicchi. Dick Diener è sull'Isola, assieme alla sua famiglia e in
visita alla famiglia di Drake, da poco diventato
padre. La pallacanestro è una parte importantissima della sua vita, lo si
intuisce da come osserva la Dinamo lavorare sul campo, da come con lo sguardo segue
i movimenti degli uomini di Sacchetti, senza distrarsi e con cognizione di
causa.
Che impressione la fa vedere Drake allenarsi sul
parquet?
«Beh lo guardo in
tv ogni volta che posso, seguo le squadre in cui ha giocato ed oggi sono quindi
particolarmente attento e affezionato alla Dinamo Banco di Sardegna. In estate poi, quando torna a casa, non
mancano le occasione per vederlo attaccare il canestro – sorride -. Più che
altro sto osservando la squadra nel suo complesso, e mi impressiona
positivamente il modo in cui lavora di gruppo, in cui si passa e spinge la
palla. C'è talento in questo team, che si allena al meglio e sta girando al
top».
Quanto sono differenti l'America e l'Italia del
basket?
«Negli Stati
uniti l'Nba cattura l'attenzione perché è fenomeno di grande interesse e
popolarità. È un campionato di grandissima fisicità che punta molto sulla
qualità del singolo. La Lega A italiana è qualcosa che si avvicina ad un ottimo
livello Ncaa per organizzazione tecnico-tattica, tipologia dei giocatori e
impostazione mirata al gusto del poter giocare d'insieme e del volere giocare
d'insieme. La passione dei tifosi italiani, sardi in particolare, è una cosa
fantastica. Per gli americani che giocano qui è una componente importante e da
non sottovalutare».
Ha visto suo figlio nascere, crescere, diventare un giocatore
e superare l'Oceano per affermarsi. Quanto è cresciuto Drake nel suo percorso
italiano?
«Si è vero, come
ogni padre ho assistito al suo percorso di crescita, umana ed anche cestistica.
Drake è un grande
lavoratore, che tecnicamente ha affinato qualità esistenti, ma i suoi
miglioramenti sono a mio avviso soprattutto a livello di mentalità. Quando torna
nel Wisconsin si concede un paio di giorni di total relax, poi ricomincia ad
allenarsi e giocare perché vuole tenersi sempre in condizione. Il suo è un
progetto in continua evoluzione, la sua forza mentale è la sua forza da
giocatore».
Lei, come coach Meo Sacchetti, ha allenato i due cugini
Diener..
«Oltre ad averli
visti innumerevoli volte sfidarsi sul campetto nel passato ed alla fine di ogni
loro stagione agonistica. Si, ero il loro coach al liceo e dico senza alcuna
esitazione che assieme rappresentano una coppia di esterni davvero solida e
forte. Una combinazione interessante, imprevedibile ed esplosiva. Si conoscono
da anni alla perfezione ma sanno giocare con e per gli altri. Hanno potenzialità
straordinarie».
Da allenatore ad allenatore, da Dick Diener a Meo
Sacchetti
«Nei tre anni in
cui ha lavorato con Drake ho avuto modo di
conoscere ed apprezzare il modo di lavorare di coach Sacchetti. Ha un ottimo approccio con la squadra e i
singoli giocatori, chiede corsa, chiede di spingere forte il pallone, chiede ai
suoi di passarsi la palla, ha una filosofia che consente ad ogni elemento del
roster di sentire la fiducia e di avere fiducia in se stesso. Anche io amo la
velocità nel basket, ma quel che mi colpisce alla Dinamo è la forza mentale che tecnico e gruppo
condividono».
La domanda da un milione di dollari: dove può arrivare
Sassari?
«Siena ed a mio avviso anche Cantù, sono al momento un gradino sopra le altre e non
soltanto perchè sono attualmente più in alto in classifica. È anche vero però
che la Montepaschi non ha mail
perso così tanto in campionato, testimonianza del fatto che il livello si è
alzato. La Dinamo Banco di
Sardegna è secondo me un'ottima squadra, ha disputato sino ad ora una
grande stagione, ha talento, gruppo e un palazzetto che è senza dubbio un
fattore importante in questa sua avventura. Ogni squadra coltiva l'ambizione di
puntare al titolo, ma nella volata finale contano le condizioni del roster, la
tenuta mentale, gli accoppiamenti da classifica. Sarà importante provare a
qualificarsi per i playoff e farlo con un buon piazzamento. Sono certo che
questa squadra farà il massimo per ottenere il massimo».
Sassari, 14
aprile 2012
Giovanni
Dessole
Ufficio
Stampa
Dinamo Banco di
Sardegna
|
Nessun commento:
Posta un commento