venerdì 13 aprile 2012


La crisi c’è e si vede. L’opinione di un appassionato

Tra le varie vittime della ormai atavica crisi economica , lo sport non poteva esserne da meno e, in particolare il basket, purtroppo meno popolare del calcio, dove nonostante tutto girano cifre da capogiro. Per  le società sarde il fenomeno è stato ancora più evidente e in questi ultimi anni, abbiamo dovuto assistere imperterriti alla scomparsa di società, che per anni hanno calcato i parquet nazionali. Ultimo, in ordine cronologico, il ritiro durante il campionato in corso della Robur .
Gli ultimi cinque anni sono stati un’altalena di illusioni e delusioni, di smentite e di conferme.
Il basket sassarese, vero punto di riferimento in Sardegna, ne è la conferma. Da una parte, si assisteva al ritiro dal campionato di B di squadre del calibro di Silver Porto Torres e Santa Croce Olbia, dall’altra si assisteva alla scalata della Robur prima e dell’Edera poi sino ai campionati di B, dove poi quest’anno nonostante la fusione delle due società, l’epilogo è noto.
Momenti difficili anche per i tifosi della Dinamo. Prima, la delusione per la mancata promozione  nel campionato 2008/09, poi la paura per  il rischio della possibile cessione del titolo sportivo scongiurato per intervento della  Regione, per passare dopo al grande entusiasmo per la storica promozione ottenuta sotto la guida tecnica del “ gigante di Altamura “ , quel Meo Sacchetti  che tanto ha dato alla Nazionale durante la sua carriera di giocatore e tanto sta dando  da allenatore. Ora Sassari e la Sardegna si godono una Dinamo ai vertici del basket che conta, vera rivelazione di questi ultimi due campionati.
Appare fin troppo evidente, che in una città di 130.000 anime sia impossibile sostenere più squadre nel panorama nazionale. Nella passata stagione, oltre alla Dinamo neo promossa in A, Sassari schierava Edera e Robur in B, e S.Orsola in BF di eccellenza, veramente un lusso anche per una città dove il basket è molto popolare.
Alti e bassi anche dalla sponda cagliaritana, dove nel campionato 2007/08 si registra la rinuncia per motivi economici da parte dell’Esperia al campionato di serie C1, anno che vede la promozione al campionato nazionale da parte dell’Olimpia di Claudio Corsi, che tuttora milita in DNC girone E, in condominio con Russo e la neo promossa Calasetta dal destino ormai segnato . Nel campionato 2008/09 è il turno della  Nuova STI che, dopo un campionato esaltante , arriva alle finali dei play off senza mai perdere una partita, e liquida in gara 2  il CUS Sassari, in una partita che tiene tutti col fiato sospeso, a causa di una sospensione durata 2 ore con la squadra in vantaggio, per la sostituzione di un tabellone incrinatosi dopo una schiacciata del giovane Davide Pinna. Purtroppo, l’avventura nazionale per la Nuova STI dura una sola stagione. Nonostante tutto ciò,  Cagliari sembra vivere cestisticamente un buon momento, sono gli anni migliori per la Russo Cagliari guidata da coach Montemurro, che per due anni consecutivi arriva ad un passo dalla promozione in B1, ottenuta poi per ripescaggio nella categoria  rinominata A dilettantistica. Da qui, un lento declino sino al campionato di quest’anno in DNC, per la atipica compagine Cagliaritana, forse unica nel panorama nazionale a non avere un campo di gioco di proprietà, ed un settore giovanile da cui sfornare ricambi, per gli ormai seppur di categoria “cresciuti” atleti che da anni militano in questa squadra .
L’orizzonte che si prospetta per i prossimi anni  è tutt’altro che incoraggiante. Il movimento registra, di anno in anno, una flessione di tesserati  che va a favore di altre discipline. Lo sforzo fatto dalla Federazione Regionale in questi ultimi anni, per portare a Cagliari la Nazionale maschile e femminile, le finali nazionali giovanili femminili e varie manifestazioni a carattere nazionale , non ha aumentato l’interesse verso questo sport. Ora, è necessario rimboccarsi le maniche e ripartire dalla base. Federazione e società, con unità di intenti, hanno il compito di fare propaganda portando il basket all’interno delle scuole, sensibilizzando le istituzioni sul ruolo sociale svolto da questa disciplina che, a differenza di altri sport, rappresenta un vero e proprio stile di vita. La costruzione da parte della pubblica amministrazione di nuovi impianti, la manutenzione degli esistenti ormai fatiscenti , il posizionamento di alcuni canestri in spazi pubblici in vero stile americano, potrebbero essere un incentivo. Resta comunque il fatto che il lavoro più grosso ogni società dovrà svolgerlo in casa propria, cercando di capire dove si è sbagliato per eliminarne le cause.
Investendo su persone con grandi doti umane oltre che tecniche,  capaci di trasmettere entusiasmo anche a quegli atleti meno dotati, capaci di avere dialogo con i ragazzi, capaci di infondere umiltà ma anche mentalità vincente, sempre nel rispetto delle regole e degli avversari,  senza mai perdere di vista il fatto che lo sport è anche un gioco,  gioco è divertimento e, quando non c’è più divertimento, il gioco finisce.
P.S.   Se non ci sarà a breve una inversione di rotta, il nostro divertimento è destinato a finire.

                                                                                                     

Cagliari 10 aprile 2012
Nicola Congiu  blogger basket sardegna










2 commenti:

  1. Coach Montemurro alla russo fece solo un anno di serie b2(russo ripescata in b1) e 4 mesi di serie b1,l'anno prima di coach Montemurro sfiorò la prommozione coach Restivo Antonello

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