La crisi c’è e si vede. L’opinione di
un appassionato
Tra le varie vittime
della ormai atavica crisi economica , lo sport non poteva esserne da meno e, in
particolare il basket, purtroppo meno popolare del calcio, dove nonostante
tutto girano cifre da capogiro. Per le
società sarde il fenomeno è stato ancora più evidente e in questi ultimi anni,
abbiamo dovuto assistere imperterriti alla scomparsa di società, che per anni
hanno calcato i parquet nazionali. Ultimo, in ordine cronologico, il ritiro
durante il campionato in corso della Robur .
Gli ultimi cinque
anni sono stati un’altalena di illusioni e delusioni, di smentite e di
conferme.
Il basket sassarese,
vero punto di riferimento in Sardegna, ne è la conferma. Da una parte, si
assisteva al ritiro dal campionato di B di squadre del calibro di Silver Porto
Torres e Santa Croce Olbia, dall’altra si assisteva alla scalata della Robur
prima e dell’Edera poi sino ai campionati di B, dove poi quest’anno nonostante
la fusione delle due società, l’epilogo è noto.
Momenti difficili
anche per i tifosi della Dinamo. Prima, la delusione per la mancata
promozione nel campionato 2008/09, poi
la paura per il rischio della possibile
cessione del titolo sportivo scongiurato per intervento della Regione, per passare dopo al grande
entusiasmo per la storica promozione ottenuta sotto la guida tecnica del “
gigante di Altamura “ , quel Meo Sacchetti
che tanto ha dato alla Nazionale durante la sua carriera di giocatore e
tanto sta dando da allenatore. Ora
Sassari e la Sardegna si godono una Dinamo ai vertici del basket che conta,
vera rivelazione di questi ultimi due campionati.
Appare fin troppo
evidente, che in una città di 130.000 anime sia impossibile sostenere più
squadre nel panorama nazionale. Nella passata stagione, oltre alla Dinamo neo
promossa in A, Sassari schierava Edera e Robur in B, e S.Orsola in BF di
eccellenza, veramente un lusso anche per una città dove il basket è molto
popolare.
Alti e bassi anche
dalla sponda cagliarita na, dove nel campionato 2007/08 si registra
la rinuncia per motivi economici da parte dell’Esperia al campionato di serie
C1, anno che vede la promozione al campionato nazionale da parte dell’Olimpia
di Claudio Corsi, che tuttora milita in DNC girone E, in condominio con Russo e
la neo promossa Calasetta dal destino ormai segnato . Nel campionato 2008/09 è
il turno della Nuova STI che, dopo un
campionato esaltante , arriva alle finali dei play off senza mai perdere una
partita, e liquida in gara 2 il CUS
Sassari, in una partita che tiene tutti col fiato sospeso, a causa di una
sospensione durata 2 ore con la squadra in vantaggio, per la sostituzione di un
tabellone incrinatosi dopo una schiacciata del giovane Davide Pinna. Purtroppo,
l’avventura nazionale per la Nuova STI dura una sola stagione. Nonostante tutto
ciò, Cagliari sembra vivere
cestisticamente un buon momento, sono gli anni migliori per la Russo Cagliari
guidata da coach Montemurro, che per due anni consecutivi arriva ad un passo
dalla promozione in B1, ottenuta poi per ripescaggio nella categoria rinominata A dilettantistica. Da qui, un
lento declino sino al campionato di quest’anno in DNC, per la atipica compagine
Cagliarita na, forse unica nel panorama nazionale a
non avere un campo di gioco di proprietà, ed un settore giovanile da cui
sfornare ricambi, per gli ormai seppur di categoria “cresciuti” atleti che da
anni militano in questa squadra .
L’orizzonte che si
prospetta per i prossimi anni è tutt’altro
che incoraggiante. Il movimento registra, di anno in anno, una flessione di
tesserati che va a favore di altre
discipline. Lo sforzo fatto dalla Federazione Regionale in questi ultimi anni,
per portare a Cagliari la Nazionale maschile e femminile, le finali nazionali
giovanili femminili e varie manifestazioni a carattere nazionale , non ha
aumentato l’interesse verso questo sport. Ora, è necessario rimboccarsi le
maniche e ripartire dalla base. Federazione e società, con unità di intenti,
hanno il compito di fare propaganda portando il basket all’interno delle
scuole, sensibilizzando le istituzioni sul ruolo sociale svolto da questa
disciplina che, a differenza di altri sport, rappresenta un vero e proprio
stile di vita. La costruzione da parte della pubblica amministrazione di nuovi
impianti, la manutenzione degli esistenti ormai fatiscenti , il posizionamento
di alcuni canestri in spazi pubblici in vero stile americano, potrebbero essere
un incentivo. Resta comunque il fatto che il lavoro più grosso ogni società
dovrà svolgerlo in casa propria, cercando di capire dove si è sbagliato per
eliminarne le cause.
Investendo su persone
con grandi doti umane oltre che tecniche,
capaci di trasmettere entusiasmo anche a quegli atleti meno dotati,
capaci di avere dialogo con i ragazzi, capaci di infondere umiltà ma anche
mentalità vincente, sempre nel rispetto delle regole e degli avversari, senza mai perdere di vista il fatto che lo
sport è anche un gioco, gioco è
divertimento e, quando non c’è più divertimento, il gioco finisce.
P.S. Se non ci sarà a breve una inversione di
rotta, il nostro divertimento è destinato a finire.
Cagliari 10 aprile
2012
Nicola Congiu blogger basket sardegna
Coach Montemurro alla russo fece solo un anno di serie b2(russo ripescata in b1) e 4 mesi di serie b1,l'anno prima di coach Montemurro sfiorò la prommozione coach Restivo Antonello
RispondiEliminaChiedo scusa per l'errore.
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