Domenica quindi si riprende a giocare. Ancora una trasferta attende capitan Laura Pellegrini e compagne attese dalla sfida in casa di Ploaghe (palla a due alle 18). Potrebbe essere una formalità anche se la formazione sassarese, si presenterà a questa sfida caricata a mille in quanto reduce dalla prima vittoria stagionale, quella ottenuta nell’ultimo turno contro il Cus Cagliari.
E la Virtus? Cercherà di vincere e convincere anche se deve fare i conti con il fattore psicologico che ultimamente l’ha portata a disputare gare non certo brillanti: vincenti ma non convincenti.
Del resto fatica e soffre la Virtus e questo lo si nota dall’esterno, ma lo vede anche lo staff tecnico, capitanato da Fabrizio Staico.
Coach, che Virtus è quella di questa prima parte della stagione?
“Diciamo un gruppo che, in percentuale si mostra disponibile all’allenamento e questo lo vedo tutti i giorni, ma nello stesso tempo, credo che sia incostante nell’”allenare” il sacrificio necessario per vincere un campionato regionale e ottenere maggiori risultati rispetto a quelli ottenuti nella scorsa stagione”
Dalle sue parole traspare un pizzico di insoddisfazione..
“Le partite si vincono ed è evidente dai risultati, ma ancora a me non soddisfa il “come” si raggiunge tale successo. La squadra arranca, perde di lucidità, commette errori, anche banali in ogni parte del campo e manca quella determinazione che deve essere costante per tutti i 40’”.
Responsabilità?
“Diciamo che questa, senz’altro, è una responsabilità di tutti compresa la mia”.
Cioè?
“Abbiamo alcune giovani, del nostro settore giovanile, che dimostrano, ogni giorno, di stare bene in questo campionato e spero per loro che sia un punto di partenza per un futuro che mi auguro, le possa vedere protagoniste su altri palcoscenici. Poi ci sono delle senior che hanno maturato esperienze importanti in A e si mettono a disposizione del gruppo e che “lavorano” per riuscire ad arrivare all’obbiettivo che è, inutile nasconderlo arrivare alle finali e puntare alla promozione in serie A2”.
E poi?
“Poi c’è anche una parte meno ambiziosa che si accontenta solo di far parte di questo gruppo e che credo ci stia bene in B per quello che ha fatto vedere sinora”.
Quindi all’interno della squadra esistono tre categorie che non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda?
“Personalmente ho smesso di fare distinzioni di chi arriva da fuori o meno, perché li considero errori del passato, però credo che le diversità di trattamento esistano e fanno parte del gioco e chi ne vuole aver diritto deve pure dimostrarlo con le statistiche, se le viene data la possibilità di giocare, che mai per ora è venuta a mancare”.
Di cosa ha bisogno questa squadra?
“In breve per toglierci grandi soddisfazioni la Virtus Cagliari non ha bisogni di numeri, ma di protagonisti perché solo con quelle figure trascinatrici riusciremo in questo obiettivo e chi non riesce ad avere un ruolo del genere in una qualunque zona del campo e vive di alibi è giusto che ne stia fuori”.
In definitiva?
“Credo tantissimo in questo gruppo, negli allenatori del settore giovanile e minibasket, con le loro fantastiche squadre sempre più numerose come pure al gruppo dirigenziale con il suo presidente Paolo Pellegrini che si fanno in quattro fuori dal campo e per il quale devo e dobbiamo ogni giorno mostrare serietà, affetto per e energia positiva”.
La foto del coach è realizzata da Marcello Spina
Ufficio Stampa Virtus
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