Voglio fare una premessa … da quando faccio l’allenatore ho
certamente cambiato il mio modo di vedere la figura dell’arbitro. Trovo persino
delle analogie tra i nostri due ruoli, nel senso che entrambi, pur facendo
parte di gruppi (squadra e società per gli uni e organizzazione di categoria e
partner della partita per gli altri) operiamo in solitudine. Siamo sempre soli
nel prendere le decisioni. Decisioni veloci, e quindi spesso fallaci, che
tante volte finiscono per scontentare qualcuno, sia esso un giocatore
sostituito o poco utilizzato oppure uno sanzionato e punito.
Tutto ciò mi è sicuramente servito a migliorare il mio
rapporto con loro, ma non è bastato certo nel tempo ad azzerare completamente
le situazioni spiacevoli, con scontri, anche aspri, in alcune occasioni.
Tuttavia una regola mi ha sempre guidato anche in questi
momenti di eccessi verbali e comportamentali : al 40° minuto (qualche volta, ad
onor del vero, qualcosa in più ) tutto finisce … tutto DEVE finire per forza, e
allora “loro”, gli ”arbitri”, tornano ad
essere Luca, Riccardo, Simone, Nicola etc.. ragazzi con la mia stessa passione,
con i quali condivido questo sport meraviglioso…. Credo sia anche l’unico modo
per convivere sportivamente, e naturalmente deve essere condiviso e reciproco.
Ecco perché quando ho letto : “ANTONIO ATELLA squalifica per 2 gare per
comportamento minaccioso nei confronti degli arbitri” …. è stato come se
mi avessero pugnalato alle spalle . Alle spalle perché questa cosa, non vera, è
stata partorita a freddo, tanto tempo dopo la fine della partita. Quando si può
pensare più razionalmente ai fatti realmente accaduti … ripeto, realmente
accaduti . E invece si è voluto usare un referto arbitrale come una clava su
qualcuno, già abbondantemente colpito e che non poteva difendersi più.
E allora vediamolo questo
comportamento minaccioso . Sono stato espulso per doppio tecnico a metà partita
circa …. il secondo è arrivato per la seguente domanda “perchè usate un metro
di valutazione diverso sui contatti “sotto” ? “ , fatta a due mt dall’arbitro, a cronometro
fermo, senza che nessuno sentisse niente, con tono piccato sicuramente, ma
senza alzare neanche la voce. Lo stesso modo usato numerose volte dal mio
collega sull’altra panchina , in modo
peraltro assolutamente legittimo. Per questa ragione l’ arbitro ha deciso, in
una semifinale ad eliminazione diretta, di privare una squadra dell’allenatore,
ed influire così pesantemente sull’esito finale. Sono uscito , come può
testimoniare il commissario che era al tavolo a un metro da me, dicendogli che
in quel modo stava decidendo lui il risultato della partita, ma senza proferire
un solo insulto personale.
Ora sarebbe facile, per me, come consigliatomi da diverse persone,
postare gli spezzoni di una dozzina di proteste uguali o maggiori tratte dal
filmato della partita, non sanzionate. Ma non lo farò per il rispetto che devo
ai nostri avversari , sarebbe come accusarli di aver vinto per un trattamento
di favore, cosa che non è assolutamente successa, visto che hanno disputato un
grande incontro, e ai quali rifaccio i miei complimenti personali.
Quindi la partita, per noi, più
importante dell’anno, quella costata tanti sacrifici, a me, ai ragazzi e alla
società, io l’ho vista dall’esterno dell’impianto. Tutti dentro, pubblico,
giocatori e arbitri, io fuori da solo, a guardare di nascosto da una porta
socchiusa, come un ladro .
Al fischio finale, sono tornato
dall’arbitro e, senza assolutamente entrare nella sua stanza, restando fuori
dalla porta gli ho detto, con toni certamente alti ma senza fare un solo passo
verso lui, che una carriera arbitrale non poteva costruirsela con quei metodi e
calpestando gli altri. Ero nervoso, certo, ma le parole sono state quelle, alla
presenza di testimoni, senza aggiungere un solo insulto personale…. neanche uno
.
E allora dove sono le minacce? …..
DOVE SONO LE MINACCE PER LE QUALI SONO STATO ANCHE SQUALIFICATO, usando in modo
indegno, per un giudice di gara, lo strumento del referto post partita? In
quale specifico momento le avrei fatte, se abbiamo sempre avuto testimoni
intorno, tra i quali anche il commissario sempre a pochi metri da noi?
Quindi respingo al mittente queste
menzogne, e non permetto a nessuno... A NESSUNO…. siano arbitri o giudici
sportivi, di usare la mia dignità come un punchingball con la quale divertirsi
quando se ne ha voglia.
Sul resto delle sanzioni, davvero
abnormi, sulla fantomatica invasione di campo, non mi soffermo neanche. E’
abbastanza evidente il tentativo di alzare a tavolino l’asticella del clima
agonistico e di difficoltà, anche esterne, della partita per poter giustificare
meglio espulsioni affrettate, inutili tecnici e protagonismi vari. Sulla valutazione
tecnica della prestazione arbitrale, inutilmente muscolare e portatrice di
tensioni, preferisco non entrare, non è il mio compito, e comunque tutti hanno
visto.
Personalmente penso che il nemico
maggiore di un arbitro, soprattutto se giovane, sia la voglia di essere un
protagonista della gara, il voler lasciare un segno della propria presenza, e
la mancanza di autocritica.
E proprio sull’autocritica, in modo
assolutamente costruttivo e non polemico, voglio offrire uno spunto di
riflessione a chi ha arbitrato e soprattutto compilato il referto post partita:
solo qualche giorno prima si è disputata gara uno tra le stesse squadre.
Partita ancora più tirata, con diversi momenti di gioco controversi e perfino
un overtime. Bene, è finita tra gli applausi del pubblico, sorrisi, abbracci e
complimenti reciproci tra i protagonisti. Non è stato fischiato neanche un
tecnico. Come mai? Eppure i giocatori erano gli stessi, i dirigenti e gli
allenatori gli stessi, persino il pubblico lo stesso ….. soltanto due persone
erano diverse ……..
TONY ATELLA
Condivido in pieno l'analisi di coach Atella sulla partita e sull'arbitraggio.
RispondiEliminaEro presente sugli spalti, sono un testimone oculare, nessuno del pubblico ha invaso il campo prima del termine della partita, nessuno dal pubblico ha lanciato palloni verso gli u.d.c. o verso gli arbitri. Sono stato uno di quelli che ha inveito contro gli arbitri quando abbiamo notato il loro atteggiamento da prime donne, con decisioni disciplinari veramente fuoriluogo, in maniera simile ad altre occasioni, per le quali non ho mai visto sanzioni disciplinari alla società ospitante.
Per quanto riguarda l'atteggiamento arbitrale, cosa si può pretendere se già in sede di corso arbitri viene incoraggiato l'uso di tecnici ed espulsioni, a discapito di dialogo e self-control? La preparazione tecnica di un arbitro che dirige una gara di un certo livello dovrebbe essere tale da poter gestire in serenità ogni situazione, specie se a fronte di un lauto rimborso. Diversamente ci sono tante altre attività...
Riguardo alle sanzioni verso il pubblico e società, trovo veramente ridicolo che si privi uno spettatore della libertà di giudizio o critica verso chiunque, se espresso in modo legale. Diversamente si dovrebbero punire tutte le società di qualsiasi sport.
Non è la prima volta che la F.I.P. Sardegna usa il pugno duro contro le società, specie quelle non a loro vicine. Vorrei ricordare ai dirigenti Vip che questo atteggiamento non fa altro che allontanare le piccole realtà, quelle che pagano fior fiore di soldi per iscrizioni, tesseramento e tasse gara. Per poi ricevere questo trattamento?