sabato 2 aprile 2016

Lettera aperta di Tony Atella

Voglio fare una premessa … da quando faccio l’allenatore ho certamente cambiato il mio modo di vedere la figura dell’arbitro. Trovo persino delle analogie tra i nostri due ruoli, nel senso che entrambi, pur facendo parte di gruppi (squadra e società per gli uni e organizzazione di categoria e partner della partita per gli altri) operiamo in solitudine. Siamo sempre soli nel prendere le decisioni. Decisioni veloci, e quindi spesso fallaci, che tante volte finiscono per scontentare qualcuno, sia esso un giocatore sostituito o poco utilizzato oppure uno sanzionato e punito.
Tutto ciò mi è sicuramente servito a migliorare il mio rapporto con loro, ma non è bastato certo nel tempo ad azzerare completamente le situazioni spiacevoli, con scontri, anche aspri, in alcune occasioni.
Tuttavia una regola mi ha sempre guidato anche in questi momenti di eccessi verbali e comportamentali : al 40° minuto (qualche volta, ad onor del vero, qualcosa in più ) tutto finisce … tutto DEVE finire per forza, e allora  “loro”, gli ”arbitri”, tornano ad essere Luca, Riccardo, Simone, Nicola etc.. ragazzi con la mia stessa passione, con i quali condivido questo sport meraviglioso…. Credo sia anche l’unico modo per convivere sportivamente, e naturalmente deve essere condiviso  e reciproco.
Ecco perché quando ho letto : “ANTONIO ATELLA squalifica per 2 gare per comportamento minaccioso nei confronti degli arbitri” ….   è stato come se mi avessero pugnalato alle spalle . Alle spalle perché questa cosa, non vera, è stata partorita a freddo, tanto tempo dopo la fine della partita. Quando si può pensare più razionalmente ai fatti realmente accaduti … ripeto, realmente accaduti . E invece si è voluto usare un referto arbitrale come una clava su qualcuno, già abbondantemente colpito e che non poteva difendersi più.
E allora vediamolo questo comportamento minaccioso . Sono stato espulso per doppio tecnico a metà partita circa …. il secondo è arrivato per la seguente domanda “perchè usate un metro di valutazione diverso sui contatti “sotto” ? “ ,  fatta a due mt dall’arbitro, a cronometro fermo, senza che nessuno sentisse niente, con tono piccato sicuramente, ma senza alzare neanche la voce. Lo stesso modo usato numerose volte dal mio collega sull’altra panchina ,  in modo peraltro assolutamente legittimo. Per questa ragione l’ arbitro ha deciso, in una semifinale ad eliminazione diretta, di privare una squadra dell’allenatore, ed influire così pesantemente sull’esito finale. Sono uscito , come può testimoniare il commissario che era al tavolo a un metro da me, dicendogli che in quel modo stava decidendo lui il risultato della partita, ma senza proferire un solo insulto personale.
Ora sarebbe facile, per me,  come consigliatomi da diverse persone, postare gli spezzoni di una dozzina di proteste uguali o maggiori tratte dal filmato della partita, non sanzionate. Ma non lo farò per il rispetto che devo ai nostri avversari , sarebbe come accusarli di aver vinto per un trattamento di favore, cosa che non è assolutamente successa, visto che hanno disputato un grande incontro, e ai quali rifaccio i miei complimenti personali.
Quindi la partita, per noi, più importante dell’anno, quella costata tanti sacrifici, a me, ai ragazzi e alla società, io l’ho vista dall’esterno dell’impianto. Tutti dentro, pubblico, giocatori e arbitri, io fuori da solo, a guardare di nascosto da una porta socchiusa, come un ladro .
Al fischio finale, sono tornato dall’arbitro e, senza assolutamente entrare nella sua stanza, restando fuori dalla porta gli ho detto, con toni certamente alti ma senza fare un solo passo verso lui, che una carriera arbitrale non poteva costruirsela con quei metodi e calpestando gli altri. Ero nervoso, certo, ma le parole sono state quelle, alla presenza di testimoni, senza aggiungere un solo insulto personale…. neanche uno .
E allora dove sono le minacce? ….. DOVE SONO LE MINACCE PER LE QUALI SONO STATO ANCHE SQUALIFICATO, usando in modo indegno, per un giudice di gara, lo strumento del referto post partita? In quale specifico momento le avrei fatte, se abbiamo sempre avuto testimoni intorno, tra i quali anche il commissario sempre a pochi metri da noi?
Quindi respingo al mittente queste menzogne, e non permetto a nessuno... A NESSUNO…. siano arbitri o giudici sportivi, di usare la mia dignità come un punchingball con la quale divertirsi quando se ne ha voglia.
Sul resto delle sanzioni, davvero abnormi, sulla fantomatica invasione di campo, non mi soffermo neanche. E’ abbastanza evidente il tentativo di alzare a tavolino l’asticella del clima agonistico e di difficoltà, anche esterne, della partita per poter giustificare meglio espulsioni affrettate, inutili tecnici e protagonismi vari. Sulla valutazione tecnica della prestazione arbitrale, inutilmente muscolare e portatrice di tensioni, preferisco non entrare, non è il mio compito, e comunque tutti hanno visto.
Personalmente penso che il nemico maggiore di un arbitro, soprattutto se giovane, sia la voglia di essere un protagonista della gara, il voler lasciare un segno della propria presenza, e la mancanza di autocritica.
E proprio sull’autocritica, in modo assolutamente costruttivo e non polemico, voglio offrire uno spunto di riflessione a chi ha arbitrato e soprattutto compilato il referto post partita: solo qualche giorno prima si è disputata gara uno tra le stesse squadre. Partita ancora più tirata, con diversi momenti di gioco controversi e perfino un overtime. Bene, è finita tra gli applausi del pubblico, sorrisi, abbracci e complimenti reciproci tra i protagonisti. Non è stato fischiato neanche un tecnico. Come mai? Eppure i giocatori erano gli stessi, i dirigenti e gli allenatori gli stessi, persino il pubblico lo stesso ….. soltanto due persone erano diverse ……..


                                                                                                                     TONY ATELLA

1 commento:

  1. Condivido in pieno l'analisi di coach Atella sulla partita e sull'arbitraggio.
    Ero presente sugli spalti, sono un testimone oculare, nessuno del pubblico ha invaso il campo prima del termine della partita, nessuno dal pubblico ha lanciato palloni verso gli u.d.c. o verso gli arbitri. Sono stato uno di quelli che ha inveito contro gli arbitri quando abbiamo notato il loro atteggiamento da prime donne, con decisioni disciplinari veramente fuoriluogo, in maniera simile ad altre occasioni, per le quali non ho mai visto sanzioni disciplinari alla società ospitante.
    Per quanto riguarda l'atteggiamento arbitrale, cosa si può pretendere se già in sede di corso arbitri viene incoraggiato l'uso di tecnici ed espulsioni, a discapito di dialogo e self-control? La preparazione tecnica di un arbitro che dirige una gara di un certo livello dovrebbe essere tale da poter gestire in serenità ogni situazione, specie se a fronte di un lauto rimborso. Diversamente ci sono tante altre attività...
    Riguardo alle sanzioni verso il pubblico e società, trovo veramente ridicolo che si privi uno spettatore della libertà di giudizio o critica verso chiunque, se espresso in modo legale. Diversamente si dovrebbero punire tutte le società di qualsiasi sport.
    Non è la prima volta che la F.I.P. Sardegna usa il pugno duro contro le società, specie quelle non a loro vicine. Vorrei ricordare ai dirigenti Vip che questo atteggiamento non fa altro che allontanare le piccole realtà, quelle che pagano fior fiore di soldi per iscrizioni, tesseramento e tasse gara. Per poi ricevere questo trattamento?



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