Talento e determinazione, a 16 anni in campo con la prima squadra: il promettente prospetto biancoblu Andrea Pompianu racconta la sua prima in serie A con la sua Dinamo
“Con il numero 3, David Logan; con il numero 4 Andrea Pompianu…”. Il cuore in fibrillazione nel petto mentre il fascio di luce dell’occhio di bue lo centra e i cinquemila del PalaSerradimigni applaudono l’ingresso in campo della squadra. Il debutto in serie A per Andrea Pompianu è stato un sogno che si realizza. Il play made in Sardinia, classe 1999, promessa del vivaio del settore giovanili biancoblu, sta vivendo la sua favola. Quella di un ragazzo di 16 anni che va in campo con il club campione d’Italia, con lo scudetto sul petto, con un’emozione indescrivibile. E che porterà impressa fra i ricordi più cari la data di domenica scorsa.
“Un’occasione tanto desiderata ma in questo momento di certo inaspettata - dice lui - che mi ha fatto provare emozioni incredibili: stare nello spogliatoio con giocatori professionisti, prepararmi con loro all’ingresso in campo, l’uscita dal tunnel… E poi, quando lo speaker ha pronunciato il mio nome, il cuore mi stava scoppiando nel petto e ho trattenuto le lacrime solo perché davanti a me c’erano migliaia di persone”.
La chiamata per la convocazione sabato mattina, mentre si trovava a scuola, al Liceo Scientifico dove frequenta la terza.: “Mi ha telefonato l’assistant Maffezzoli per comunicarmelo, e non ho capito più niente – racconta – poi la conferma da coach Calvani, non ci potevo credere!”.
Dallo scorso dicembre il giovane play si sta allenando con i giganti della prima squadra ma per lui continua anche il lavoro con le giovanili, nell’under 18, formazione che, sotto la guioda del tecnico Guglielmo Roggiani, disputa anche il campionato Promozione, e con l’under 20 di coach Antonio Mura, in corsa anche nella serie C Silver. Un lavoro impegnativo e duro che Pompianu affronta come fosse la cosa più normale e naturale: “A volte faccio anche tre allenamenti al giorno ma è quello che voglio fare, ciò che ho sempre sperato di avere la possibilità di realizzare”.
Con il basket ha cominciato da bambino, suo padre e suo fratello maggiore già giocavano e lui ha sempre respirato aria di pallacanestro. I primi passi con la Polisportiva Marrubiu, la società del paese nell’Oristanese in cui vive la sua famiglia. Poi il passaggio all’under 13 dell’Azzurra Oristano, con cui ha giocato per due anni conquistando una volta la semifinale regionale.
Tre anni fa iniziano ad arrivare proposte da altre società che lo vorrebbero con loro, perchè il talento e la fisicità del ragazzino non passano inosservati. L’occasione decisiva durante un camp a Budoni, un allenatore di Siena lo nota e arriva la proposta. Lui subito dopo parte per Roma per un provino alla Stella Azzurra e poi prosegue per sottoporsi a quello dei tecnici del prestigioso club toscano. E la scelta finale ricade proprio su Siena. “Avevo 14 anni e dopo quella stagione il futuro della squadra era incerto per via della situazione finanziaria del club. Sono rientrato in Sardegna ed è subito arrivata la chiamata della Dinamo”.
A Sassari Andrea si è subito ambientato, insieme con i ragazzi che lo scorso anno condividevano con lui la Foresteria biancoblu e quest’anno con quelli del Convitto Canopoleno, la struttura convenzionata con la società per ospitare i giovani fuori sede: “Dopo l’esperienza a Siena – afferma - mi sono abituato a cavarmela da solo, lontano dalla mia famiglia alla quale sono legatissimo e dalla quale non mi ero mai separato. E’ stata una decisione sofferta, non è stato facile ma alla fine ho scelto il mio sogno e se questa era la strada per realizzarlo ero pronto ad affrontarne le difficoltà. Sassari mi piace, si vive bene, è un città a misura di giovani e non essendo troppo grande ho la possibilità di muovermi autonomamente. E poi per qualunque cosa posso sempre contare sui miei compagni di squadra e sugli allenatori, sono sempre tutti davvero disponibili e io mi sento a casa”.
Nei ringraziamenti per questa straordinaria esperienza che sta vivendo Andrea non dimentica nessuno. A partire della famiglia: “Devo tutto a mio padre, mia madre e mio fratello, che mi hanno sempre permesso di poter fare ciò a cui tengo di più. E ancora continuano a farlo, con tanti sacrifici e spesso rinunciando alle loro esigenze per seguirmi e mettersi a mia disposizione. Ovviamente artefici di questa opportunità straordinaria sono coach Calvani, e i suoi assistenti – prosegue - che hanno creduto in me e mi permettono di poter crescere e migliorare le mie attitudini, così come il presidente della Dinamo Stefano Sardara e i responsabili tecnico e dirigenziale, Massimo Bisin e Giovanni Piras, che sempre e in particolare in questo periodo mi sono stati davvero vicini e mi hanno incoraggiato. E non posso dimenticare i miei allenatori Dinamo, da Guglielmo Roggiani ad Antonio Mura, e nemmeno Umberto Vezzosi che mi ha seguito a Siena, e i miei coach di sempre Toni Scanu, della Polisportiva Marrubiu , e Giuseppe Mulas dell’Azzurra Oristano. A tutti loro devo tantissimo e non smetterò mai di ringraziarli".
E quando parla dei suoi progetti per il futuro Andrea spiega: “So che quello che sto vivendo è tutto vero, eccome! Ma in questo momento mi sembra di sognare ad occhi aperti e voglio tenere i piedi ben saldi per terra, la strada è ancora lunga. Di una cosa, però, ho certezza assoluta: darò tutto perché il mio sogno si realizzi”.
Sassari, 26 gennaio 2016
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna
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