La carica, alla vigilia dell'esordio all'Europeo contro la Turchia, la suona Gigi Datome. Il capitano.
"Vogliamo fare qualcosa di grande". Prendersi l'Europa, colorarla d'azzurro. Si può fare? ''Siamo pronti'' assicura Datome, le ultime due stagioni passate a tribolare in Nba, un futuro in Turchia al Fenerbahce. Ma prima c'è l'Italia, la maglia azzurra da onorare e un Europeo da vivere possibilmente da protagonisti. "Il gruppo c'è, questa è una squadra che ha fame, che ha voglia di fare qualcosa di bello". Stavolta Pianigiani ha a disposizione il meglio del meglio. Ci sono tutti. Italiani d'Italia e italiani d'America. "Abbiamo giocatori di livello, tante varianti tattiche. Vogliamo e dobbiamo essere fiduciosi". Per tanti motivi. "Per la voglia che abbiamo di portare l'Italia tra le grandi del basket d'Europa, per continuare il percorso di crescita delle ultime estati e poi perché rispetto al 2011, quando c'eravamo tutti, questa squadra è cresciuta e non poco". Datome. E poi Gallinari e Belinelli, e ancora Bargnani e Gentile, Hackett, Aradori, Melli. "La nostra forza può essere questa. Due anni fa giocammo una grande prima fase, poi vennero meno le energie. Oggi siamo talmente tanti che possiamo esprimere un basket di alto livello per tutto l'Europeo". E' l'Italia più forte di sempre? "Lo sarà quando avrà vinto qualcosa. Adesso è inutile fare paragoni. È un giochetto che piace alla stampa, che fa discutere i tifosi, noi dobbiamo solo pensare a fare il meglio. Dovessimo vincere qualcosa si potrebbe parlare di squadra forte. Ad oggi come generazione non abbiamo vinto nulla". Basket, Europei: le stelle azzurre a caccia dell'impresa E' un Europeo che vale doppio perché in palio non c'è solo una medaglia ma anche i primi pass per le Olimpiadi. "La pressione? Non la chiamo pressione ma ambizione, responsabilità. Ognuno di noi nelle nostre carriere ha fatto scelte per vivere momenti così. Quando c'è qualità è normale ci sia pressione". Turchia, poi Islanda, Spagna, Germania e Serbia. Un girone da far tremare i polsi: "Nazionali forti, che a differenza nostra sanno cosa bisogna fare per vincere e lo hanno fatto. Ma è ora di cambiare un po' la storia, siamo stanchi di vedere vincere sempre gli altri. Ora tocca a noi. Siamo pronti''.
Nicola Apicella
Repubblica.it
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