lunedì 3 novembre 2014

A.S. Dil. Basket 90 Under 15 Femminile: Che delusione!


Lettera di un genitore deluso.

Quale appassionato di basket e padre, esprimo la mia delusione per il comportamento tenuto dalla squadra Under 15 Femminile A.S. Dil. Basket 90, di Sassari, in data 1 novembre 2014 al PalaCima di Cagliari, in occasione della partita San Paolo Basket / A.S. Dil. Basket 90.

Dopo poco più di 5 minuti dall’inizio della partita, mia figlia, giocatrice San Paolo, ha dovuto lasciare il campo a causa di un’azione pericolosa di un'avversaria (mentre mia figlia correva in contropiede lungo la linea laterale, l'avversaria l'ha urtata col corpo, facendola cadere fuori dal campo contro il tavolo del segnapunti, dove ha battuto la testa.) 
Per gli scettici, esistono eloquenti immagini.

La buona sorte ha evitato a mia figlia un grave infortunio, ma non - dopo lastre ed esami - un trauma cranico e una contusione al gomito, senza conseguenze.

Il punto vero, però, non è questo.
Nessuno, tra dirigenti, allenatore e giocatrice autore del gesto, si è scusato, nè mentre mia figlia - a metà del secondo quarto - ha abbandonato definitivamente il campo, nè alla fine della partita.

Ringrazio, quindi, la A.S. Dil. Basket 90, per le otto ore trascorse da mia figlia al pronto soccorso in un giorno di festa, e per la sensibilità umana e sportiva dimostrata.

Corrado Murru

3 commenti:

  1. E’ necessario andare un pochino oltre lo sfortunato episodio che ha visto involontaria protagonista, fortunatamente senza danni gravi,la ragazza della San Paolo Basket.In realtà si tratta di un atteggiamento agonistico non corretto, in quanto l’azione fallosa in esame è contornata da un corollario di atteggiamenti che fanno veramente riflettere.Non fermarsi per sincerarsi che l’avversaria non si sia fatta male non è da sportivi.Non applaudire il bel gesto tecnico di un avversario non è da sportivi.Discutere le decisioni dell’arbitro non è da sportivi.Non chiedere scusa per un fallo non è da sportivi.A questi livelli lo sport non deve orientarsi sulla formazione di giovani campioni,ma di uomini e di donne che sappiano relazionarsi con correttezza e lealtà nella vita di ogni giorno.Da diverse settimane oramai vediamo,a diversi livelli dei campionati giovanili,atteggiamenti di dirigenti e tecnici che esasperano gli animi.Vediamo tecnici che fanno volare in aria le borse o colpiscono ripetutamente con pugni e calci gli armadietti di metallo,senza comprendere che questo atteggiamento porta la tensione alle stelle e il risultato finale,qualsiasi esso sia,non è il frutto di una competizione serena e gioiosa quale è necessario che sia una partita di basket cosi come di calcio o di qualsiasi altro sport.
    Bisogna insegnare ai ragazzi/a palleggiare,non a lasciarsi cadere.Bisogna insegnare quale contatto fisico puo’ essere corretto e non spiegare come si danno le spallate senza che l’arbitro veda.E in tutto questo la vigilanza della federazione sembra alquanto latente,se paragonata a quella degli altri sport.
    Per farla breve forse sarebbe il caso di vigilare sulla formazione dei giovani atleti,perche’ si fa sport per crescere e non per vincere a tutti i costi.Si fa sport per essere amici non per insultarsi e farsi male.Non si fa sport per insultarsi sui social,ma per lodare le qualità dell’avversario,ancorche’ sconfitto.Si fa sport per essere amici.E lo puo’ ben testimoniare Federica che,in sette ore di pronto soccorso,è stata monitorata a distanza dalle sue compagne che,tramite il telefono,non l’hanno lasciata sola un attimo.Ma non perche’ Federica sia brava..ma perche’ le vogliono bene.

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  2. Sono Maria Cristina Faedda, presidente della società BASKET 90 Sassari e, benchè fermamente contraria ad utilizzare un blog per dialogare sui fatti quali
    quelli narrati dal signor Corrado Murru, sono costretta a farlo per far conoscere anche la posizione della nostra società, delle nostre atlete e atleti, dei nostri tecnici e dei nostri dirigenti.
    Ritengo anche di tutti i genitori delle nostre atlete e atleti.
    Premesso che sono contenta che Federica stia bene, è mio dovere chiarire che:
    - l’infortunio occorso è stata la conseguenza di un’azione di gioco: ho potuto personalmente constatarlo dalla visione delle riprese della partita; riprese che siamo abituati a fare per tutte le nostre gare;
    - nessuno delle nostre atlete e dei nostri atleti ha mai avuto ne’ mai lo avrà, sollecitazioni a comportamenti che non siano leali e corretti nei confronti degli avversari, in campo e fuori dal campo;
    - il nostro allenatore, non solo si è preoccupato di offrire immediatamente assistenza e supporto ma, fra il secondo e terzo quarto ha chiesto espressamente al collega avversario come stesse
    la ragazza infortunata, ricevendone rassicurazioni.
    Egregio signor Murru, le sue accuse non sono fondate e proprio perchè ingiuste ci hanno profondamente colpito. Comprendo che possano essere la reazione di un papà giustamente
    preoccupato per la salute della propria figlia ma non trovo che la modalità che ha utilizzato per farci sapere il suo disappunto sia corretta.
    Ci farebbe molto piacere quindi se venisse a trovarci a Sassari, nella palestra dove quotidianamente insegniamo a tutti i nostri tesserati il rispetto delle persone, siano essi avversari o
    compagni di squadra. E si tratta di una regola per la quale non tolleriamo eccezioni.
    Quanto al signor Fabio Frongia, unico commentatore dello sfogo paterno, mi auguro si sia solo esercitato in una esposizione di condivisibili principi e non in un giudizio sulla nostra società.

    Maria Cristina Faedda

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  3. Rispondo alla sig.Faedda in quanto mi chiama in causa direttamente nel suo legittimo intervento.Non mi esercito affatto nella esposizione di concetti e principi che ho avuto a suo tempo modo di dibattere durante manifestazioni e congressi da me organizzati quale dirigente di una importante società sportiva di altra disciplina.Mi conforta sapere di avere dato l'impressione di essere intervenuto in maniera sommessa,tenendo un profilo basso.Esiste pero' una sostanziale differenza tra i principi condivisibili e quelli concretamentte condivisi.Se non esistesse la mancata applicazione pratica,non sarebbero necessari i dibattiti.E' giusto e legittimo che un presidente di società difenda l'operato dei suoi collaboratori,fondando il suo dire su quanto le è stato riferito.Io preferisco sempre parlare di circostanze che ho avuto modo di constatare personalmente, per poi discuterne anche tenendo presente il punto di vista degli altri.A tal fine a poco servono le immagini filmate che anche noi abbiamo disponibili,piu' per verificare aspetti comportamentali che tecnici.La tensione non si vede ma si tocca,si taglia quasi con le mani.La sig.ra Faedda mi insegna che il nervosismo si respira perché è nell'aria e perché è sempre,a questi livelli,indotto.Dalle immagini possiamo notare,per quanto riguarda l'episodio in esame,una spallata col pallone non a distanza di gioco,per rubare la terminologia tecnica al gioco del calcio.Cio' significa che,disinteressandosi della palla che non poteva piu' raggiungere,ha colpito invece l'avversaria per fermarla,non pensando sicuramente di produrre l'effetto che poi ha indirettamente prodotto.La ragazza ha solo commesso un fallo,non è certo una criminale!!La cosa importante è saper chiedere scusa.Cosa che non mi risulta sia avvenuta ne in campo ne dopo.E neppure in questa sede abbiamo letto quanto ci sarebbe piaciuto leggere, sopratutto a firma del presidente. Leggiamo invece che La presidente è contenta,e ci mancherebbe altro,che Federica stia bene, quasi non fosse rappresentate di una parte attiva nella vicenda.Una cosa è essere contenti del fatto che non vi siano state conseguenze a livello fisico,ben altro è scusarsi per avere in qualche modo procurato il danno.Cosa che non risulta sia avvenuta sia nel momento dell'incidente,mentre Federica veniva soccorsa dal medico,e neppure tra il secondo e il terzo quarto.Non possiamo escludere che l'allenatore possa avere chiesto notizie,cosa ben diversa dal chiedere scusa,ma possiamo escludere che siano state date rassicurazioni in quanto ,a metà gara,Federica non era ancora arrivata in ospedale.Neppure a fine gara questo è avvenuto,in quanto,e questo ci dispiace moltissimo,forse magari per una dimenticanza,sono andati via tutti senza salutare,cosa che certamente non abbiamo fatto nulla per meritare.Il senso del mio intervento precedente non era riferito direttamente alla vostra società che non ho il piacere di conoscere ma mi riprometto di farlo,ma ad un malcostume generalizzato che non è sufficiente denunciare,limitandosi ad uno sterile "esercizio dialettico riguardante principi condivisibili",ma è opportuno invece dialogare e trovare convergenze sulle misure da adottare.Questo per quanto riguarda tutte le componenti.Società,genitori,atleti,appassionati di sport.Sperando di avere chiarito la mia posizione personale e nella speranza di un confronto cordiale che sia foriero di nuove amicizie tra società,dirigenti,genitori e atlete,la saluto cordialmente pregando di voler estendere i miei saluti e i complimenti alle ragazze che,a prescindere da quanto dibattuto,hanno dimostrato di essere una squadra di ottimo spessore.Cordialmente.Fabio Frongia

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