mercoledì 17 luglio 2013

C'era una volta il BASKET...

Questi sono i giorni in cui si stanno scrivendo le pagine più nere per il basket: le rinunce all'iscrizione ai campionati non si contano più.
Nel nostro piccolo panorama regionale, assistiamo ad un paradosso senza uguali. Un settore  femminile in agonia che, di anno in anno, registra sempre meno atlete a favore di altre discipline e che si permette il lusso di avere una squadra in A1, quattro in A2 e due in A3 e, nonostante ciò, non sforna atlete di spessore. Forse meno della metà di queste società sono strutturate per poter reggere la categoria, le altre cercano nei rimborsi l’ossigeno per la sopravvivenza della società intera. Competere in campo nazionale senza avere alle spalle un serbatoio nel settore giovanile di un certo livello, è follia allo stato puro. Ai posteri l’ardua sentenza.
Anni addietro, quando le campane non suonavano a morto, spesso si argomentava del fatto che, per una città come Cagliari, due squadre in A2 fossero un lusso ( allora c’erano CUS e Virtus ) e si discuteva del fatto se non sarebbe stato meglio fare una fusione per avere un' unica società più solida. Ma noi sardi non siamo maestri della cooperazione e preferiamo sempre coltivare l’ormai classico orticello, cosicché tutte  le belle parole spese non si sono mai tramutate in realtà. Tanto è che ora, in tempo di vacche magre, abbiamo addirittura raddoppiato. Per l’anno prossimo si vedrà, chissà che non piovano dal cielo biglietti violacei.
In campo maschile la situazione non è molto migliore. Lasciando perdere il discorso Dinamo che, ben orchestrata dal presidente Sardara, rappresenta una realtà per il nostro basket e orgoglio per l’intera regione, tutto il resto è...noia, anzi il nulla.
Per il campionato prossimo, ai nastri di partenza quattro formazioni in DNC per la maggior parte composte da giocatori cresciuti in altre società, un campionato di C Regionale ancora tutto da inventare, con tre formazioni sassaresi che rinunciano all’iscrizione per motivi finanziari ed una serie D che da anni va avanti con deroghe per assicurare la sopravvivenza alla C Regionale.
Quale sia lo scopo di questi campionati è difficile da capire, di sicuro non per la crescita del movimento. Squadre costruite con giocatori di categorie superiori che giocano per divertimento personale o per un rimborso economico, quasi mai per trasmettere ai più giovani qualcosa. La domanda è: “tutto ciò ha un senso”?
PROGRAMMAZIONE? questa sconosciuta. Facendo una analisi del campionato appena terminato di C Regionale, non mi risulta che sia emerso qualche nuovo talento. Avere in squadra giocatori importanti senza nessuno attaccamento alla società per cui militano che ogni anno cambiano maglia, che patrimonio lascia ai ragazzi del giovanile? Che insegnamento avranno tratto i ragazzi dell'U15 dai vari, Puggioni, Pedrazzini, Putignano, Salis, Sirianni, Bernardi, Laguzzi ecc. Saranno più bravi dello scorso anno? Oppure la presenza di questi giocatori farà aumentare gli iscritti per la prossima stagione? ma allora “tutto ciò ha un senso”?
Questo è il panorama cestistico nostrano, il nostro basket, fatto di persone che, anziché cercare soluzioni, preferiscono lamentarsi rigettando le colpe sugli altri: sui costi troppo elevati e così via. Pure scuse dietro alle quali nascondersi, per non ammettere di aver sbagliato, per non aver ascoltato chi, in tempi non sospetti, gridava "al lupo, al lupo", ma non come nella fiaba.

di N.C. Redazione Basket Sardegna

2 commenti:

  1. Purtroppo, è un'analisi seria, realistica e senza alcuna strumentalizzazione.
    Senza Mamma Regione le A femmminili sparirebbero tutte.
    Anche se hanno ottentuo qualche risultato, a cosa servono per il Movimento e spesso, più che eperienza, senon cortesi gite sociali.
    In campo maschile stiamo ancora peggio, proprio perchè teniamo invita Squadre e Campionati improbabili, un Settore Giovanile senza qualità per i giusti ricambi ed un Minibasket che è divenuto un pascolo da coltivare per le quote mensili da incassare e per la speranza di amministrare dei cartellini. Il momento non è facile, ma sato il livello e la qualità, mi domando: come facevano le Società 40, 50 anni fa a fare attività e senza il minbasket ??? Eì l'ennesima occasione di riglettere e ridisegnare tutto.

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  2. D'accordo fino a un certo punto.
    Innanzitutto i ragazzi delle varie under 15, under 17 ecc. a ben guardare, dai giocatori citati avrebbero parecchio da imparare...E poi si sono ritirate dal campionato CUS Sassari, Dinamo 2000 Sassari, Don Bosco Sassari (senza contare tutte quelle di serie D), squadre che con i suddetti giocatori non avevano proprio niente a che fare....quindi mi sa che la causa della morìa di squadre in C regionale e D va ricercata altrove.
    Che i costi siano troppo elevati lo hanno capito anche i sassi, poi puoi lamentarti o meno, ma se a fine anno non hai i soldi per iscriverti succede che non ti iscrivi. E chi non si è iscritto non aveva certo "sprecato" i soldi con Puggioni Putignano Jordan ecc.... Il resto è "fuffa" come si suol dire

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