domenica 14 ottobre 2012

Sassari-Cantù, il dopo partita



Ha il fiatone Meo Sacchetti quando si siede in sala stampa e la faccia di uno che ha perso dieci anni di vita, come tutto il PalaSerradimigni. Sorride ma non tanto a chi gli chiede ironico “Tutto calcolato?” e analizza la partita senza esitazione: “Ci sono stati degli episodi particolari negli ultimi secondi che sono difficili da valutare. E’ andata benissimo e sono contento così ma lo sarei stato comunque anche se avessimo perso: oggi in campo ho visto una squadra con un volto diverso contro una che ci ha creduto fino alla fine. A loro è bastato uno sprazzo di Markoishvili per farci passare dal paradiso all’inferno ma siamo contenti che sia andata così. Sono soddisfatto dei passi avanti che ho visto soprattutto in difesa, siamo stati bravi a non subire un break importante tipico di Cantù. Siamo consapevoli delle difficoltà che comporta venire a giocare a Sassari: loro non hanno quasi segnato da tre nel primo tempo ma queste sono partite che si reggono su episodi”. Gli si chiede che cosa abbia detto a Drake Diener dopo il buzzer beater e Coach Meo, noto per essere un con i piedi per terra, ha risposto “Gli ho detto che sicuramente la prossima volta non lo faranno tirare. Ma noi lo paghiamo per questo”.
Meo Sacchetti parla con Bootsy Thornton durante il match (FotoAnteprima_SalvatoreMadau)

E’ amareggiato Andrea Trinchieri e non cerca di nasconderlo “Cosa volete che vi dica? E’ una sconfitta dura da mandare giù soprattutto se hai fatto uno sforzo pazzesco per arrivare davanti all’ultimo minuto. Un nostro vantaggio che poteva tramutarsi in liberi fondamentali per la vittoria è diventata una bomba da tre degli avversari. Oggi ci siamo davvero sbucciati le ginocchia per stare in partita ed essere a 45 secondi dalla fine dove dovevamo essere, contro davvero un grande avversario. Giocare qui non è facile: c’è una grande sinergia tra il pubblico e il sistema di gioco ma quando sono due grandi squadre ad incontrarsi le partite finiscono sempre in qualche modo”.
La seconda sconfitta in pochi giorni però secondo il Coach canturino non pesa “Sono due sconfitte diverse: una figlia dello stress mentale tra Supercoppa, qualificazioni di Eurolega e prima di campionato che ci ha portato a sottovalutare la partita contro Lubiana. Oggi abbiamo rimesso in piedi una partita con fatica e umiltà e se sgridassi i miei ragazzi non sarei un buon allenatore”. A chi gli chiede il perchè della scelta di schierare Tyus in campo a partita inoltrata, nonostante fosse un giocatore con le carte in regola per rovesciare la partita risponde semplicemente “Perché non possiamo essere in dieci in campo e se hai in squadra il centro titolare della Nazionale Italiana è così”.
E’ serioso invece Bootsy Thornton finchè non inizia a parlare della partita “Siamo molto contenti della vittoria di oggi, non vogliamo esultare troppo ma siamo soddisfatti di queste prime tre giornate anche se siamo consapevoli che c’è tanta strada da fare”. Per lui una gara nelle vesti di ex, anche se di parecchi anni fa “Sono passati molti anni, ma sarò sempre grato a Cantù perché ho solo ricordi positivi della mia esperienza lì. Ma se mi trovo ad affrontarla da avversario il mio lavoro è batterla e faccio tutto ciò che è in mio potere per aiutare la squadra”. Sul parquet è parso un po’ nervoso anche se lui assicura “Non sono mai nervoso. Sono consapevole che in attacco abbiamo tante possibilità con Drake e Travis quindi, anche se ho preso diversi tiri, cerco di dare una mano in difesa dove serve di più”. Sembra soddisfatto Bootsy di trovarsi in Sardegna “Avevo avuto una buona impressione venendo qui con Siena, adesso ne ho la conferma e sono sicuro di aver fatto la scelta giusta”.
Il PalaSerradimigni però aspetta di vedere The Real Bootsy in tutta la sua completezza.

Valentina Sanna   http://www.dailybasket.it/

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