Il mostro chiamato NAS (sistema di parametrazione
dei nuovi atleti svincolati) è stato servito, fa acqua da tutte le parti e sta
distruggendo una generazione di giovani giocatori di basket. E’ inutile girarci
intorno, le classi 1987-1991 sono un esercito di atleti disoccupati, lasciati a
piedi da un pessimo sistema e da una crisi economica che non lasciano scampo
alle società che riescono a sopravvivere, anche rinunciando a categorie più
prestigiose dei campionati a cui si sono iscritte.
Un giocatore di Lega A costa 11.500 euro, per la
LegAdue ce ne vogliono 9.750. Ma i dolori vengono ai piani inferiori: Dna, che
costa 9.200 euro, DNB 7.450, DNC 4.000. Tragedia poi nelle serie successive,
quelle regionali, dove molte squadre si possono schierare al via solo perché i
giocatori hanno rinunciato a qualsiasi compenso: i più oggi giocano solo per
passione, sapendo di non poter contare sulla pallacanestro come fonte di
reddito. Queste società non possono reclutare giovani formati perché non possono
permettersi il lusso di pagare i diritti di formazione e presentano in campo,
per rispettare le norme, i propri under 1994-1995.
Senza un efficiente minibasket che generi
introiti, molte società fanno fatica a mettere insieme i soldi per l’iscrizione,
per pagare la palestra e le trasferte. Il palliativo estivo della Fip che ha
abbassato di un sesto i valori di parametro non è servito a nulla. Così un
lustro di ragazzi che hanno dedicato la loro gioventù al basket, qualche volta
illusi di poter ottenere risultati eccezionali, sono di fatto espulsi
dall’agonismo. Chissà se a Fip, Legabasket e Giba stanno fischiando le orecchie!
Di questo passo tutti i ragazzi tesserati per le società di punta della serie A,
da cui ben difficilmente esce fuori un protagonista assoluto per i parquet più
importanti (un Gentile o un Polonara, ad esempio), sono destinati ad abbandonare
lo sport, visto che nessuno avrà la capienza di pagare i soldi dei parametri che
sono automatici alle società per definizione più ricche (o con un budget
migliore, se preferite) del basket italiano. Bei tempi quando ci si interrogava
come supportare gli under 19, che non avevano un campionato di sviluppo
garantito fino ai 21 anni e rimanevano troppo giovani per ottenere un ruolo
importante nelle squadre delle serie dilettanti!
Scritto da: Umberto De Santis http://www.dailybasket.it/
Nessun commento:
Posta un commento