Paolo Egidi: “Serve la consapevolezza che è l'unico modo per salvare una vita
” Defibrillatore, uno strumento salvavita che non dovrà più mancare dove si fa sport, sia tra gli atleti di mestiere sia tra i semplici sportivi per passione. Lo stabilisce il cosiddetto Decretone Sanità o Decreto Balduzzi, attualmente alle Camere per la conversione in legge. L' articolo 7 comma 11 del d.l. 158 del 13 settembre 2012 (G.U. N 214, 13/09) prevede infatti l'obbligo di defibrillatori esterni semi automatici (D.e.a.) per tutte le società sportive professionistiche e dilettantistiche. Il defibrillatore è da considerare un vero e proprio salvavita se, come dicono le statistiche, il suo corretto uso nei primi 3-4 minuti dall'arresto cardiaco può far salire le possibilità di salvezza fino al 70%. Nel mondo del basket rosa ormai da anni la società Azzurra Ceprini Costruzioni Orvieto ha mostrato attenzione per la defibrillazione precoce. Particolarmente attento al tema è Paolo Egidi, General Manager della Azzurra Ceprini e Direttore Commerciale della Hutiliti, azienda che commercializza defibrillatori e che ha donato uno dei suoi strumenti alla Virtus Cagliari come squadra con il maggior numero di palloni recuperati nei Play Off Promozione. La Azzurra Ceprini è una vera squadra “cardioprotetta”, dal 2005 vicina anche come testimonial alla associazione Amici del Cuore di Orvieto. “Non solo tutte le squadre sono fornite di defibrillatore, ma anche tutte le ragazze e i tecnici hanno fatto il corso per laici rianimatori con certificazione finale”, spiega Egidi. “L'obiettivo è che possano portare con sé questa conoscenza e diffondere questa cultura che in Italia è poco sentita”. Il corso di formazione è necessario per chi deve utilizzare il defibrillatore ma è anche breve e semplice. “Si tratta di un piccolo corso di cinque ore tra teoria e pratica, veramente alla portata di tutti”, prosegue Egidi, spiegando come la lotta alla morte improvvisa debba essere una responsabilità diffusa. “Al di là di qualsiasi fatalismo, bisogna puntare sulla prevenzione. Agire nei primi 3-4 minuti fa veramente la differenza, un intervento nel primo minuto dall'arresto cardiaco ha quasi la totalità di possibilità di successo. Serve la consapevolezza precisa che così si può salvare una vita e che è l'unico modo di provarci”. Per quanto semplice da usare, il defibrillatore è un macchinario efficiente e sofisticato. “E' impossibile far del male alla persona su cui si effettua la rianimazione. L'apparecchio infatti rileva con elettrocardiogramma la presenza di aritmia mortale, calcola i vari parametri e applica la minima scarica necessaria”. La tecnica della rianimazione è un elemento importante per la società e non solo per gli atleti, ma lo sport è un canale privilegiato per veicolare il messaggio. “Le persone che fanno sport sanno agire senza perdere tempo, la vittoria si gioca su decisioni prese in frazioni di secondo”, spiega Egidi. “Sul campo tre minuti sono tantissimi, già solo 3 secondi cambiano la vita, non solo nello sport”. Fonte : LBF |
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