( Fabrizio Fabbri) - Con Gigi Datome, la nuova Virtus vittoriosa a Pesaro parla più italiano che mai.
«Credo che quello della Adriatic Arena sia un segnale importante per il nostro basket, io D'Ercole, e con Traini per Pesaro, tutti protagonisti. Non deve rimanere un caso isolato: lo spazio dobbiamo meritarcelo dando sempre il massimo. La bella prova di Lorenzo non mi ha sorpreso. Conosco le sue qualità». L'estate da leader con la nazionale cosa le ha lasciato?
«E' stata una soddisfazione grandissima innanzitutto per il risultato ottenuto, la qualificazione agli Europei e poi per come ho potuto esprimermi in campo. Questa nazionale l'ho veramente sentita mia a tutti gli effetti». A Pesaro per lei nessun tiro da tre. E' solo una maturazione tattica?
«Non parlerei né di maturazione né di altro. Cerco solo di prendere ciò che la partita mi dà e fare di necessità virtù. Se c'è da tirare da fuori sono pronto a farlo, altrettanto se c'è da attaccare il ferro». Ha superato i 1.000 punti con la Virtus. Si sente una bandiera di Roma?
«Mi piace pensarlo e non è certo una peso ma piuttosto uno stimolo. Io gioco per prendere responsabilità in campo e sapere di avere un ruolo così importante con Roma è gratificante. Devo però lavorare giorno dopo giorno per meritarmelo e provare a migliorare ancora di più». Domenica sera arriva Cantù. Primo esame di maturità?
«Sarà una sfida delicatissima contro una squadra che gioca un'ottima pallacanestro ed ha appena ottenuto brillantemente la qualificazione per l'Eurolega. Sarà la prima davanti ai nostri tifosi e cercheremo di giocare 40 minuti di grandissima intensità. Se potrà bastare per vincere lo po tremo sapere solo dopo la sirena finale. Ma sarà importante l'apporto di tutti i tifosi che amano la Virtus Roma per provare a rimanere imbattuti».
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